Dopo 50 anni il “mostro” all’ingresso del paese è stato abbattuto. Storia lunga e drammatica quella della struttura, poco più di uno “scheletro” con pilastri di cemento e solette che avrebbe dovuto diventare un albergo, a due passi dall’uscita dell’autostrada TorinoMilano.

Era il 1971-1972 quando il primo proprietario, un ristoratore, fu travolto dai debiti e la struttura appena iniziata finì tra i beni del fallimento.

Dopo decenni di azioni giudiziarie tutte le quote della proprietà, divise fra banche e creditori, finirono nelle mani di un unico proprietario, la Cinque Gi: che non aveva un progetto preciso per quella struttura. Che passò poi di mano, alla Cei Costruzioni di Torino.

Intanto le battaglie in Consiglio comunale per cambiare destinazione d’uso dell’area (allora commerciale) si susseguivano, senza approdare a nulla, come i ripetuti inviti alla proprietà di rendere più ordinata e pulita l’area.

L’albergo mai realizzato rimase lì per decenni, un pessimo “benvenuto” in paese che sbucava dal verde dei campi, in mezzo a una recinzione naturale di rovi, mentre le bande in plastica che limitavano la proprietà erano sommerse dalla vegetazione.

Fino a quel tragico ottobre 2013: il paese si stava preparando alla Sagra del Canestrello quando fu travolto dalla tragedia.

Un pomeriggio un gruppo di ragazzini entrò nell’area per giocare e Davide Giovannini, 13 anni appena, precipitò nella tromba delle scale, perdendo la vita.

In un paese attonito, stretto alla famiglia di Davide, l’allora sindaco Franco Lomater non potè fare altro che cancellare la festa e proclamare il lutto.

La Procura di Ivrea aprì un’inchiesta per omicidio colposo, cui seguirono due avvisi di garanzia che puntavano l’attenzione sulle misure, inefficaci, prese per delimitare l’area ed evitarne l’accesso.

Per l’Amministrazione guidata dal sindaco Antonio Magnone, l’abbattimento del “mostro” è stato uno dei punti fondamentali del programma elettorale, “e – dicono dal Municipio – non è passato giorno in cui non abbiano fatto pressione sulla proprietà per giungere a una conclusione”.

Finalmente, alla fine dello scorso anno, si è chiuso il procedimento giudiziario e la proprietà ha potuto procedere all’abbattimento della struttura: esaudendo così la richiesta fatta dai genitori di Davide, che dopo la sua morte implorarono che la struttura fosse smantellata, per evitare altre tragedie.

Redazione Web