Vescovo della città piemontese, proveniva dalla nobile famiglia dei conti di Acquesana. In un tempo in cui l’immoralità e la simonia erano purtroppo diffuse, mise al centro del suo ministero la crescita morale e spirituale del suo clero, impegnando il suo patrimonio personale, elargendo beni per far sì che i suoi sacerdoti non fossero assillati da questioni economiche.

Fondò il monastero di «Santa Maria de Campis».

Le cronache del tempo lo descrivono, tra l’altro, anche attivo nel procurare grano alla popolazione colpita dalla carestia.