Una manciata di metri, maledetti. Era il 4 aprile di nove anni fa, e quel giorno, se non si fosse affrettata, una giovane mamma di Rondissone non sarebbe riuscita ad arrivare in tempo per dare la pappa al suo bambino di pochi mesi. In sella alla sua moto, poco distante da lei, il marito: erano usciti per un giro prima di rientrare dai loro bambini, lasciati in custodia ai nonni; e poi quell’incidente terribile, che alla donna era costato lesioni gravissime alle gambe.
Oggi, quando ha sentito arrivare gli elicotteri, quella mamma è corsa lì: lo stesso tratto di strada, la stessa scena nove anni dopo… e non ha saputo trattenere le lacrime. Ma per il trentaseienne mazzediese steso a terra, il destino è stato ancora più crudele che per lei. L’uomo ha perso la vita nell’impatto, avvenuto poco dopo le 15 di ieri, mercoledì 25 aprile, mentre in sella alla sua Yamaha R1 procedeva lungo via XX Settembre, in direzione Chivasso: a un tratto, all’altezza dell’incrocio con via Carpi, un carro attrezzi – guidato da un uomo di 57 anni, origini albanesi – è uscito dal cortile del demolitore senza vedere il motociclista.
L’impatto è stato inevitabile e fatale per il giovane mazzediese. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i vigili del fuoco di Chivasso, l’elisoccorso, l’elicottero dei vigili del fuoco, i carabinieri della stazione di Verolengo e del nucleo radiomobile chivassese. La strada è rimasta chiusa al traffico per due ore circa, per consentire i rilievi: poi la salma è stata ricomposta nelle camere mortuarie dell’ospedale di Chivasso, a disposizione della Procura di Ivrea, che sta indagando sull’incidente.