Ieri era il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Qua-resima, in preparazione alla Pasqua non lontana.

Le Ceneri sul capo richiamano alla nostra fragile condizione di uomini “ricordati che sei polvere…” e alla necessità di cambiare passo “convertitevi e credete al Vangelo”. Carità, preghiera e digiuno in un tempo che è stato – e lo è ancora – triste, grigio, faticoso. Quante cose abbiamo visto andare in cenere in questo anno; le relazioni, i programmi, i desideri e le aspettative, il lavoro e la scuola, la vita di chi l’ha persa. Questi dodici ultimi mesi sono stati ben più “lunghi della Quaresima” come si usa dire. Un lockdown in forme talvolta diverse ma pur sempre un lockdown di penitenza.

Dalle Ceneri si rinasce; non sono solo un richiamo ad un nuovo inizio, le Ceneri indicano la strada e ci danno la prospettiva del traguardo. Il fuoco che ha bruciato i rami di olivo usati nella domenica delle Palme per festeggiare l’ingresso in Gerusalemme, le ha purificate e liberate dalle scorie, le stesse della nostra vita, e soprattutto di questo ultimo anno che tanto ci hanno fatto male.

Nulla sarà stato vano e tutto riprenderà forza, energia, colore, vitalità, senso e significato. Il mondo messo in ginocchio dalla pandemia, noi in ginocchio, abbiamo chinato il capo per lasciar scendere le Ceneri e lo abbiamo rialzato subito dopo, ritrovando la forza e il coraggio di guardare in alto, rinnovati e sostenuti dalla fede cristiana.

Da qui partiamo, anzi ri-partiamo gioiosi, per andare verso Pasqua dove siamo attesi a braccia aperte.