PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

I miei occhi hanno visto la tua salvezza

Il bambino Gesù viene portato a Gerusalemme, è il suo primo ingresso nel tempio. Alla fine dei suoi giorni, entrando in quella stessa città, troverà bambini ad acclamarlo con rami di palma; ora, ancora in fasce, viene riconosciuto e accolto da due anziani, il giusto e pio Simeone, e la profetessa Anna, che serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.

Il primo si reca al tempio proprio mentre Maria e Giuseppe vi stavano portando il figlio, ed anche la ottantaquattrenne, mai lontana da quel luogo sacro, sopraggiunge contemporaneamente al loro arrivo. Hanno occhi che possono vedere perché non hanno smesso di attendere salvezza!

Dio risponde alle loro giuste attese, è l’ora della loro esultanza, della conferma di ciò in cui non hanno smesso di credere con vita orientata bene. L’esistenza lavorata dalla Grazia, dal desiderio puro di incontrare davvero Dio, diventa un cesello, lavoro spirituale che lascia affinare come oro e argento.

In un salmo preghiamo «alla tua luce vediamo la luce»; gli umili cercatori del Signore non hanno creduto invano, lanciano lo sguardo dell’anima al di là della ritualità, oltre la piccolezza in cui il Salvatore si è reso umilmente presente. Sono lampade accese a cui non è mancato l’olio della fede, ardono dell’anelito profondo di Vita, sono accese di intensità.

L’Amore non può che manifestarsi pienamente in quell’esultanza di esistenza sempre affidata, puntuale nel privilegiare l’infinito, mai stanca di andare avanti. Una lunga storia di paziente attesa sfociata in quell’incontro apparentemente casuale. Non banale coincidenza bensì precisa fedeltà di Chi mantiene le promesse.

La processione con le candele racconta la fiamma viva di Cristo, il percorso di luce che il credere in Lui crea tra le ombre di un mondo destinato a passare, la vigilanza di chi attende l’arrivo del suo Signore rimanendo desto. Tra le mani cera che si consuma, nell’intimo una quotidianità di cristianesimo vissuto che ci fa diminuire per lasciar espandere la Luce.

Simeone ed Anna, avanti negli anni, si muovevano con la freschezza della genuina adesione al mistero del Dio, rinascendo ogni giorno nella scelta di attendere il Salvatore; noi, piccoli credenti in lotta con il nostro uomo vecchio, più obbedienti alle misure della logica umana che ai disegni di redenzione, miopi ed impazienti spesso non riconosciamo il Dio-con-noi e non perseveriamo in ciò che può dilatare alla gioia dell’intimità divina il tempo che viviamo.

Nel tempio della nostra anima Cristo dissipi le stanchezze, la sfiducia, l’infedeltà al Vangelo. Ricominci cammino, accada l’incontro con Lui che tocca il cuore nel profondo, illuminando. In questa festa di nuovo sguardo sono luce anche il silenzio e l’umiltà di Maria e Giuseppe: intercedano, ci insegnino a non aver paura del dolore né dell’obbedienza alla Grazia, ad essere bambini per il regno dei cieli per riconoscere la Vita vera in ogni istante.

I nostri occhi vedano la salvezza, non le cose vane! Quando nella veglia pasquale accenderemo nuovamente le candele, le fiammelle nella notte ci interrogheranno se abbiamo creduto davvero al dono del Figlio di Dio.

(Lc 2,22-40 – Forma breve (Lc 2,22-32) Quando furono compiuti i giorni della loro  purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre  i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti».