DOMENICA DI PENTECOSTE – MESSA DEL GIORNO (ANNO A)

Come il Padre ha mandato me anch’io mando voi

(diacono Marco Florio)

Nelle letture odierne vediamo che lo Spirito Santo discende su Maria e gli apostoli in due tempi distinti. San Tommaso osserva che lo Spirito Santo si posò due volte non solo sugli apostoli, ma anche su Cristo.

Su Cristo si posò al momento del Battesimo e poi al momento della trasfigurazione. E si posò sotto due forme diverse: “Si deve notare che lo Spirito Santo due volte discese su Cristo e due volte sui discepoli. In Cristo discese la prima volta sotto forma di colomba nel battesimo (Gv 1,31s.), e sotto forma di nube nella trasfigurazione (Mt 17,5).

E la ragione sta nel fatto che la grazia di Cristo, che ci viene conferita dallo Spirito Santo, doveva discendere fino a noi, sia attraverso i sacramenti (perciò nel battesimo discese sotto forma di colomba, che è un animale fecondo), sia attraverso l’insegnamento, e per questo discese sotto forma di nube luminosa. Ed è per questo che in tali circostanze si accenna al compito del Maestro: «Ascoltatelo!»” (Commento di San Tommaso al Vangelo di Giovanni, 20,22).

Ugualmente si posò due volte sugli apostoli sotto due forme diverse per due diversi ministeri: quello dell’amministrazione dei sacramenti e quello della predicazione.

Ecco anche qui la sua spiegazione: “Sugli apostoli invece discese per la prima volta sotto forma di alito, per designare la propagazione della grazia ad opera dei sacramenti, di cui essi erano ministri. Ecco perché aggiunge: «A chi rimetterete i peccati saranno rimessi». E in Mt 28,19 si legge: «Andate dunque, … e battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». La seconda volta discese sotto forma di lingue di fuoco, per indicare la propagazione della grazia mediante l’insegnamento. Perciò in At 2,4 si narra, che appena essi furono ripieni di Spirito Santo, subito presero a parlare”.

Che in Gv 20,22 lo Spirito Santo sia dato per un incarico speciale lo ricorda anche San Giovanni Crisostomo il quale osserva che qui “lo Spirito Santo fu allora dato ai discepoli, ma non universalmente per tutti i compiti, bensì per un determinato effetto, quello di rimettere i peccati”. Qui il Signore vuole ricordare che per rimettere i peccati è necessario essere investiti di un particolare potere divino.

Infatti rimane sempre vera la domanda che si erano posti in cuor loro gli scribi, e cioè i maestri in Israele, i quali – dopo l’affermazione di Gesù al paralitico “ti sono rimessi i tuoi peccati” – lamentavano: “Costui bestemmia. Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?” (Mc 2,7).

Gesù con il miracolo che compie dimostrerà davanti a tutti che la sua parola è efficace nel medesimo modo in cui è efficace la parola di Dio quando ha creato il mondo. Essendo Dio può perdonare i peccati.

Ebbene Gesù, la sera del giorno della sua risurrezione, comunica agli apostoli il suo potere divino di perdonare i peccati: “A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati” (Gv 20,23). Nessuno lo può fare validamente se non riceve questa forza da parte di Dio.

(Gv 20,19-23) La sera di quel giorno, il primo della settimana,  mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».