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Mentre ci prepariamo ad accompagnare Gesù nel suo ingresso a Gerusalemme, nella ormai imminente Domenica delle Palme, il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, ripercorre le due fondamentali tappe che la Chiesa ci ha invitato a raggiungere, lungo l’itinerario pedagogico proposto dalla inesauribile Misercordia di Dio.

Il Presule, dapprima, richiama il Vangelo di San Luca, Capitolo 15, con la narrazione di quanto quel Padre sia trepidante per il ritorno “a casa” di quel figlio perduto: quasi non riuscisse a trattenersi, lo scorge e gli corre incontro “quando era ancora lontano”.

Un momento di ineguagliabile tensione: la narrazione non dice – non può dire – che Egli fosse già al corrente del motivo di quel ritorno. Se in virtù del pentimento o – all’opposto e paradossalmente – per chiedere altri soldi.

Eppure Lui non esita, non si fa trattenere nemmeno dal rischio della ennesima, possibile, delusione: ama la propria creatura di un amore che non fa calcoli.

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Così come è altissima la tensione nel momento culminante del dramma che la pericope dell’adultera presenta al Capitolo 8 del Vangelo di San Giovanni: la donna che sta per essere due volte lapidata.

Due volte: la prima gragnuola di colpi traumatizzanti è già impietosa e terribile, anche se inflitta con sassi “immateriali”; esposta al pubblico ludibrio, trascinata per la via e resa – è forse questa la circostanza peggiore – strumento di un’insidia che si vuol tendere a Gesù: un trabocchetto.

La seconda lapidazione, quella con le pietre vere, come sappiamo, non ci sarà, perché il Figlio di Dio mette tutti noi di fronte al nostro limite e lascia la coscienza di ciascuno alle prese con se stessa.

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Infine, l’ingresso a Gerusalemme, il punto culminante della crisi tra il sentimento genuino del popolo che ha capito e la macchinazione concepita nel sinedrio.