Nel pomeriggio di sabato 6 maggio si è svolta, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, la cerimonia esequiale della professoressa Franca Bertarione Ravarossa.

Ad officiare la cerimonia funebre, assieme all’arciprete don Matteo Somà, c’erano anche don Andrea Plichero (responsabile dell’Ufficio diocesano degli insegnanti di religione cattolica, il quale ha portato il saluto del vescovo monsignor Edoardo Cerrato) e monsignor Arnaldo Bigio, amico di famiglia della defunta.

Una folla accorata di valchiusellesi e di amici si è stretta attorno al feretro della professoressa Bertarione, partecipando al lutto dei familiari, del fratello ingegner Bartolomeo, delle nipoti Anna Maria e Francesca e della cognata professoressa Ausilia Grosso.

Franca Bertarione era nata a Vico il 1° ottobre 1927 e dopo il compimento dei suoi studi, dal 1946, aveva insegnato in molte scuole elementari della Valchiusella e a Samone.

Era poi divenuta insegnante magistrale ad Aosta, docente all’Istituto per geometri “Guarini” di Torino, sostituta direttrice didattica a Castellamonte, preside agli istituti “Bosso-Monti” di Torino, “XXV Aprile” di Cuorgnè, “Capitini” di Ivrea ed infine, fino alla pensione, “Giovanni Cena” di Ivrea.

Per il Comune di Vico è stata anche giudice di pace per vent’anni.

Palpabile è stato l’affetto di molti amici ed ex allievi, in particolare i “ragazzi” della Terza B del “Guarini” che l’hanno omaggiata di una bellissima composizione floreale: perché la professoressa è da tutti ricordata per la sua rettitudine morale, per il rigore, ma anche l’affabilità dei suoi modi.

Ogni incontro con lei, anche negli anni della pensione, era un arricchimento culturale e umano.

Chi scrive ne ricorda la fede, la dignità, il decoro, il garbo, la misura di sè, la sobrietà: tutte qualità che le erano proprie e che sono emerse anche nell’omelia funebre pronunciata da monsignor Bigio.

Il ricordo più bello e più tenero è sicuramente stato quello dei familiari, col delicato e amorevole gesto di scrivere sul ricordino l’appellativo di “ziotta” con il quale la chiamavano le nipoti, e che lei amava più d’ogni altro titolo.

Sicuramente la figura di Franca Bertarione rimarrà presente nel ricordo ancora per lungo tempo, grazie all’esempio dato a tutti nella sua vita privata e professionale.

Andrea Tiloca

Redazione Web