Vische – Il Carnevale organizzato dal Goap – da qualche settimana guidato da Daniela Peruzza, dopo quasi mezzo secolo di presidenza di Pietro Broglia – prende il via domani, venerdì 24 febbraio, alle 19 in Municipio con la proclamazione della Bela Ravisera 2023; a seguire, intorno alle 20 al polifunzionale di via Mazzè, la cena di apertura (info 339/29.94.220), seguita dalla serata in musica, a ingresso libero, con la partecipazione di Marco Zeta.

Sabato 25 alle 14,30 in piazza San Bartolomeo la novità del Carnevale dei bambini: la presentazione delle squadre-rioni (Jere, Levio, Muntisel, Via Roma), seguita dalla sfilata dei rioni e da giochi e intrattenimenti al salone pluriuso; alle 20 l’apericena al pluriuso e alle 21 il gran ballo in maschera, a ingresso gratuito, serata latino-revival con i d.j. di Radio Gran Paradiso, ospite d’onore la Papetta di Crescentino con la sua Corte.

Domenica 26 alle 10,30 incontro con la delegazione di Crescentino, quindi il corteo con la Banda e alle 11,15 la Messa; a mezzogiorno l’aperitivo, quindi la benedizione e la distribuzione di “fasoi gres” alla popolazione.

Ritrovo alle 14 in piazza San Bartolomeo per la partenza della seconda edizione della Carnival Run, camminata o corsa in maschera, con la partecipa[1]zione della Ravisera.

All’arrivo al pluriuso premiazioni e merenda (info 347/09.04.473).

Crescentino – Tra le prime a rendere omaggio alla nuova Papetta del carnevale di Crescentino – Rosa Lavinia Gallo – è stata la Ravisera di Vische: quella dell’ultima edizione svoltasi, Ilenia Caserio, perché l’identità della nuova reginetta si conoscerà solo domani sera.

Ad accompagnarla, la nuova presidente del Goap – il sodalizio che si occupa dell’organizzazione degli eventi vischesi –, Daniela Peruzza: prima donna alla guida dell’associazione, essendo subentrata, in gennaio, a Pietro Broglia, che ha ceduto la mano dopo aver guidato il direttivo per ben 47 anni.

Perché la Ravisera era in pole position a salutare la Papetta?

Perché i vischesi a Crescentino non sono ospiti, non amici… di più: sono alleati.

E questo in memoria della storica alleanza fra i due paesi che risale al 1529 ed è un elemento della narrazione da cui prende le mosse il Carnevale crescentinese, che rievoca la cacciata del Conte Tizzoni e la rivolta popolare.

Le popolazioni dei due paesi intrattenevano rapporti commerciali fin dai tempi in cui i loro feudatari, San Martino da un lato e Avogadro dall’altra, erano di fede guelfa; ma anche quando, con l’avvento della famiglia Tizzoni, Crescentino passò dalla parte ghibellina i rapporti continuarono, anche se per altri motivi.

Il carattere dispotico e tirannico delle due famiglie fece sì che le due popolazioni superassero le divisioni politiche e scoprissero una fraternità d’animo e una comunanza d’intenti, alimentate dalle rispettive tribolazioni, congiurando insieme e promettendosi vicendevole aiuto per liberarsi dai rispettivi tiranni.

Era il 1529 quando alcuni abitanti di Vische giunsero in soccorso ai crescentinesi durante la rivolta scoppiata contro il Conte Riccardo IV Tizzoni.

A perpetuo ricordo di quella alleanza, siglata nella notte tra 14 e 15 febbraio di quell’anno, le due popolazioni stabilirono di farsi visita reciprocamente nel giorno dedicato ai rispettivi patroni, i santi Crescentino e Bartolomeo: accordi sanciti in due verbali, conservati negli archivi dei due Comuni.

La maschera maschile del Carnevale crescentinese prende spunto dalla figura di Riccardo IV Tizzoni (impersonato quest’anno da Stefano Ottaviano), tiranno che vessava la popolazione con soprusi, angherie, pesanti balzelli e che impose lo “ius primae noctis”. Secondo la leggenda, nella notte tra 14 e 15 febbraio 1529, mentre il paese immerso nel sonno attendeva gli ultimi giorni del carnevale, la figlia del mugnaio del Mulino Stella, fresca sposa che era stata condotta a palazzo, tagliò la testa al tiranno proprio mentre il popolo iniziava la rivolta, richiamato dal suono della campana della Torre Civica.

Esattamente come Violetta, la Mugnaia di Ivrea.

In aiuto ai crescentinesi giunse da Vische un gruppo di rivoltosi, anche loro liberatisi da poco da un despota che li angariava.

La giovane sposa assurse quindi a simbolo di Crescentino con il nome di Regina Papetta (il nome deriverebbe dal frutto del mais da cui si ricava la farina per la polenta), mentre tra Crescentino e Vische fu sancita la fraterna alleanza che lega, ancora oggi, i due Comuni.

Redazione Web