di Matthew Heineman
paese: Usa 2018
genere: drammatico-biografico
interpreti: Rosamund Pike, Jamie Dornan,
Tom Hollander, Stanley Tucci
durata: 1 ora 50 minuti
giudizio: bello

Quando qualche anno fa uscì sugli schermi “American Sniper”, l’America si trovò a riflettere nuovamente sulla cosiddetta “sindrome del veterano”, il complicato insieme di sintomi che lega il reduce alla guerra che ha vissuto anche quando è riuscito a tornare indietro.

Il film di questa settimana non è la storia di un soldato, ma le emozioni e i pensieri che attraversa conducono su sentieri molto simili… La pellicola descrive l’ultimo periodo della vita di Marie Colvin, inviata e redattrice del Sunday Times, giornale di Londra.

Marie è coraggiosa, spregiudicata, lavora per passione fin dai primi tempi a New York e ora, diventata reporter di guerra, percorre instancabilmente gli scenari bellici del pianeta insieme al fido fotografo Paul Conroy: nello Sri Lanka perde l’uso dell’occhio sinistro a causa di un razzo esploso nelle vicinanze; ma l’episodio non ferma la sua tenacia, che la vede documentare gli episodi di guerra in Cecenia, Iraq, Afghanistan, Libia, Siria: riuscirà a colloquiare con Arafat e sarà la prima giornalista a incontrare Gheddafi dopo i bombardamenti del Paese.
La guerra raccontata dalla Colvin non è quella degli eserciti, a lei interessa il prezzo pagato dai civili: nei suoi articoli si trovano le vicende delle madri senza più cibo, dell’orrore dei sobborghi nascosti in attesa delle bombe, il sacrificio dei bambini. Tutti devono sapere cosa succede nella realtà.

Le riprese sono serrate e a volte sconvolgenti: l’analisi del regista è importante, poiché il punto di vista non è quello di un militare, ma è il mestiere di giornalista a essere posto in primo piano. In secondo luogo è importante poiché la protagonista è una donna.

Tra le tante battaglie descritte nella pellicola, esiste una guerra personale e privata che viene condotta tra gli incubi quotidiani, i sentimenti cui Marie deve rinunciare, il desiderio di maternità forse abbandonato, le contraddizioni e il valore di un personaggio davvero eccezionale.

Graziella Cortese