Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze!

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

(Elisa Moro)

“Venite alle nozze!” (Mt. 22, 4), “beati gli invitati al banchetto delle nozze dell’Agnello!” (Ap. 19, 9). Dio invita gioioso alla festa di nozze del Figlio, è questa l’immagine della parabola odierna, che riecheggia le antiche profezie messianiche. Il Signore “prepara una mensa.. e il calice trabocca” (Sal 22, 5-6), e nel Libro del profeta Isaia si legge che “preparerà per tutti i popoli, un banchetto di grasse vivande, di vini eccellenti” (Is. 25, 6).

Gesù ha adoperato in diverse occasioni il segno del banchetto: basti pensare al primo miracolo delle nozze di Cana (Gv. 2, 1-25) o alla festa in casa di Zaccheo (Lc. 19, 5-6), fino alla cena vissuta con gli Apostoli, poche ore prima della Sua morte (Mt. 26, 20-29) o a quella rivelatrice della Sua risurrezione ad Emmaus (Lc. 24, 30-31).

Nel Vangelo vengono riportate le risposte date alla chiamata di Dio: gli invitati sono molti, ma si rifiutano di partecipare alla festa, tergiversano, un po’ come quando i credenti sono chiamati a partecipare alla Santa Messa. Dio “invita ad una festa piena di piaceri e di gioia”, ma spesso non c’è la giusta accoglienza, al punto che “quanto più cresce la pazienza di Dio, tanto più cresce la loro durezza e ostinazione” (Crisostomo, LXIX).

Questa reazione non frena la generosità di Dio, ma lo spinge ad aprirsi a tutti, ai più poveri, abbandonati e diseredati, segno che, come ricorda l’Evangelii Gaudium (n. 112-114): “la salvezza che Dio ci offre è opera della sua misericordia. Dio, per pura grazia, ci attrae per unirci a sé”. La sala si riempie, ma c’è una condizione richiesta: indossare l’abito nuziale. Il re scorge qualcuno che non l’ha voluto indossare. Come mai questo commensale ha accettato l’invito, è entrato, ma non ha messo l’abito nuziale?

San Gregorio Magno spiega che quel commensale ha la fede che gli ha aperto la porta, ma gli manca la carità, e aggiunge: “ognuno di voi, dunque, che nella Chiesa ha fede in Dio ha già preso parte al banchetto di nozze, ma non può dire di avere la veste nuziale se non custodisce la grazia della Carità” (Homilia 38,9).

Il Signore invita l’anima a questo banchetto di intima unione con Lui, in cui “il cibo è lo stesso padrone della mensa” (Disc. 329, Sant’Agostino), l’Eucarestia, tesoro più caro della Fede, in cui lo Sposo “ha trovato un segreto per rimanere con l’uomo fino alla fine dei secoli: si nasconde sotto l’apparenza di un pezzo di pane, che è il cibo dell’uomo, ed entrare così nel suo cuore” (San Luigi Grignion de Montfort, “L’amore di Gesù”, cap. 71).

Mt 22,1-14 (Forma breve: 22, 1-10)
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta,
ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali».