III DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)

Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere

(Sem. Antonio Parisi)

San Giovanni descrive in questo racconto la cacciata dei venditori dal tempio. Tale episodio può essere letto come un atto di purificazione che si delinea in una cornice di natura morale oppure, interpretando il tempo di Quaresima come un ritorno a ciò che è essenziale e quindi al nostro rapporto personale con il Signore, un gesto profetico che esprime lo zelo e la passione di Gesù per il Padre attraverso l’amore per la sua casa. San Tommaso d’Aquino scrive: “lo zelo propriamente sta ad indicare un amore intenso, per cui chi ama intensamente non tollera nulla che contrasti con il suo amore”.

L’attenzione di Gesù è posta verso il tempio dove l’espulsione dei cambiavalute e dei vari commercianti non ha la sola intenzione di affermare la dignità del luogo sacro, ma vuole anzitutto far emergere quale sia il significato dello spazio sacro. Infatti, il modo in cui l’uomo organizza, comprende, si dispone nello spazio è indicativo di come si pone nel mondo e del suo modo di intendersi e di intendere il proprio rapporto con Dio.

La centralità del tempio non è tanto materiale, quanto simbolica. Il tempio è il luogo in cui la divinità ha scelto di abitare, è la fonte di ogni benedizione e per questo motivo è sacro. Questo centro è il luogo in cui Dio e l’uomo si incontrano, è il luogo nel quale Dio si comunica ed è il segno dell’alleanza che il Signore stringe con il suo popolo. Con l’avvento del Figlio di Dio il centro diventa la persona di Gesù e non più il tempio.

San Tommaso afferma: “nel Corpo di Cristo inabita la divinità, il Corpo di Cristo è tempio di Dio” Ai Giudei che chiedono un segno Gesù risponde indicando il suo corpo come il nuovo luogo dell’incontro e dell’alleanza tra Dio e gli uomini. Scrive poi san Paolo: “voi siete il Corpo di Cristo”.

Il Corpo risuscitato di Cristo non è solo il nuovo tempio, ma lo è anche la Chiesa la quale è chiamata a celebrare l’offerta della vita di Cristo. La liturgia che la Chiesa quotidianamente celebra rende presente il mistero di Cristo e ci offre la possibilità di incontrare il Signore.

Lo stesso zelo che Gesù ha per il tempio, lo ha anche per la Chiesa. Commenta sant’Agostino: “Chi sono quelli che nel tempio vendono buoi? […] Sono coloro che nella Chiesa cercano i loro interessi e non quelli di Cristo”.

A ogni cristiano è chiesto di vigilare affinché il suo amore per Cristo e per la Chiesa siano realmente disinteressati e mossi dal desiderio di cercare l’unione con Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana.

(Gv 2,13-25) Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.