(Filippo Ciantia)

Luigi insegna Matematica da oltre vent’anni. La sua è una vera passione per questa disciplina, ostica ai più e in gioventù raramente apprezzata. Eppure è nata in tempi antichissimi per risolvere problemi molto concreti di calcolo: computi commerciali, agrimensura, navigazione. Luigi portato per le scienze, iniziò a studiare ingegneria per poi appassionarsi talmente all’analisi matematica da cambiare facoltà, per laurearsi in Matematica e insegnare.

Appassionato alla risoluzione dei problemi, quando la pandemia ha costretto tutti alla didattica a distanza, ne era stato subito entusiasta. Col tempo le cose sono un po’ cambiate. Anche in questo campo ci sono le pericolose varianti: alla Dad dell’insegnante si aggiunge la Dad dello studente e poi la Dad del genitore.

Se le tre varianti ti colpiscono insieme e contemporaneamente gli effetti possono essere drammatici. Così avviene in famiglia: oltre alle tre varianti classiche sopra descritte, si aggiunge la variante didattica mista, in parte a distanza e in parte in presenza.

Ma Luigi, abituato a problemi tipo la quadratura del cerchio, non si è lasciato andare. Non ha perso un’ora di lezione. Non si definisce un creativo, perché le sue lezioni sono ben organizzate, ma senza grandi novità didattiche, come soprattutto i colleghi umanisti hanno escogitato.

Eppure, dopo le prime verifiche, vista la palese tendenza a copiare dei suoi allievi, insita in tutti i popoli ed età, si è accorto del valore della fiducia. Inutile escogitare prove più difficili che impediscano di avere il tempo di consultare smartphone, papà, mamma e Wikipedia. È stato più utile commentare insieme un articolo di Magris sulla virtù del copiare, ma soprattutto prendersi cura dei più vulnerabili. Infatti, come in tutte le situazioni difficili, sono i più deboli a cadere per primi.

Diventa urgente insieme a colleghi e anche genitori affrontare i casi più delicati. Chi sta per rinunciare ha bisogno di sentirsi dire che ce la può fare e tu stesso insegnante te lo devi sempre ripetere di fronte ad ogni studente. “Farai qualcosa di grande”.

La generazione Covid dovrà affrontare un mondo più difficile, ma come scrisse il maestro Manzi, grande insegnante a distanza: “…per germogliare, per vivere col popolo mio, ho la goccia che serve: il mio sangue, la luce che occorre: il mio amore”.