Lunedì 11 febbraio ricorre la Giornata mondiale del malato, istituita il 13 maggio 1992 da papa Giovanni Paolo II. Nel 2013 papa Benedetto XVI annunciò le sue dimissioni proprio in quel giorno di festa, citando la sua salute in declino come ragione del suo gesto.

Quella del 2019 è la 27a giornata che si celebrerà in modo solenne a Calcutta, in India, terra di Santa Madre Teresa. Papa Francesco ha indicato il senso e il significato di questa giornata nel suo tradizionale messaggio per l’occasione, che Ruota attorno al titolo “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.

“Di fronte alla cultura dello scarto e dell’indifferenza – scrive Papa Francesco nel messaggio – mi preme affermare che il dono va posto come il paradigma in grado di sfidare l’individualismo e la frammentazione sociale contemporanea, per muovere nuovi legami e varie forme di cooperazione umana tra popoli e culture… Il donare non si identifica con l’azione del regalare perché può dirsi tale solo se è dare sé stessi, non può ridursi a mero trasferimento di una proprietà o di qualche oggetto. Si differenzia dal regalare proprio perché contiene il dono di sé e suppone il desiderio di stabilire un legame”. Celebrando questa giornata a Calcutta si arriva subito a quanto e a come Santa Madre Teresa ci aiuta a capire che l’unico criterio di azione verso chi vive la sofferenza dev’essere l’amore gratuito verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, etnia o religione. Il suo esempio continua a guidarci nell’aprire orizzonti di gioia e di speranza per l’umanità bisognosa di comprensione e di tenerezza, soprattutto per quanti soffrono. “La cura dei malati – scrive ancora il Pontefice – ha bisogno di professionalità e di tenerezza di gesti gratuiti, immediati e semplici come la carezza, attraverso i quali si fa sentire all’altro che ci è caro”.

Su questa linea tracciata dal Papa si è mossa la Consulta Diocesana per la Pastorale della Salute guidata da don Arnaldo Bigio, che ha voluto mettere al centro dell’attenzione ciò che gravita intorno alla malattia e al malato, ossia il vasto mondo del volontariato. “Significativamente, quest’anno, la giornata focalizza l’attenzione sulla gratuità più che al malato e alla sofferenza che ci debilita, il richiamo e lo stimolo riguardano le risorse personali e il vasto mondo del volontariato che la sofferenza mobilita – afferma don Bigio -. Sentiamo puntuale l’indicazione e benefica l’occasione per riflettere sui nostri atteggiamenti e la nostra disponibilità nel momento in cui il volontariato rischia la marginalizzazione se non addirittura l’estinzione”. Don Arnaldo ricorda come il Canavese – con storia concrete alla mano ereditate nel tempo – abbia saputo reagire “dal basso” alle crisi epocali che si sono succedute. “Il Canavese – ricorda – ha risposto alle necessità e alle endemiche povertà generando istituzioni, confraternite, ordini religiosi, società di mutuo soccorso, attivando persone, promuovendo solidarietà. Oggi è più che mai necessario che il volontariato torni a ‘volare alto’ per mostrare come la gratuità non sia solo conveniente dal punto di vista economico, sopperendo alla mancanza di risorse, ma sia espressione di umanità vera: indispensabile deterrenza alla deriva disumanizzante che sempre più contagia la nostra società”.

In diocesi saranno tre i momenti forti di questa “Giornata”. Si inizia sabato 9 febbraio alle ore 10 con l’inaugurazione dei rinnovati locali e la presentazione del “Progetto protezione famiglie fragili” a cura dell’Istituzione Cuniberti e dell’Associazione l’Orizzonte Onlus. L’appuntamento è in via Varmondo 20, dove la “Casa dell’Accoglienza” – operativa da 10 anni a servizio di chi “fa più fatica a vivere” – dilata ancor più i suoi spazi di protezione a beneficio delle “Famiglie fragili”. Dopo l’accoglienza e i saluti da parte di don Silvio Faga per il Cuniberti e l’architetto Elena Ruffino per Orizzonte onlus, seguirà una conferenza dal titolo “Il volontario oggi: gratuità concreta” tenuta dal medico palliativista Giovanni Bersano.

Domenica 10 febbraio, invece, alle ore 15 presso il Tempio Immacolata dei Miracoli a Ivrea, il vescovo Edoardo presiederà la Celebrazione eucaristica e alle 16 don Arnaldo Bigio terrà una meditazione sul tema della giornata.

Il terzo appuntamento è fissato a Castellamonte, lunedì 11 febbraio alle ore 20,30 nella Chiesa parrocchiale per la Santa Messa seguita poi dalla tradizionale fiaccolata mariana.