(Filippo Ciantia)

Tra i cugini, me lo ricordo giovane, atletico e sempre serio, anche quando sorrideva. Dopo gli studi, aveva trovato lavoro a Milano: questo gli permetteva di frequentarci abbastanza spesso.

Poi il servizio militare nei bersaglieri lo aveva riportato in Sicilia. Mi ricordo anche quando, con la mia famiglia andammo a conoscere la sua fidanzata. Una dolce giovane donna, occhi e capelli neri e pelle risplendente del Mediterraneo, che pareva fatta per il sole e il mare. Ricordo la sua bellezza e la gioia che tutti vivevamo perché diventasse parte della famiglia estesa.

Ci siamo ritrovati dopo tanti anni: forse è passato quasi mezzo secolo. Siamo cambiati molto. A Totuccio rimane lo sguardo fiero che richiama tantissimo quello di suo papà nelle foto da giovane. Occhi neri intensi, ma anche una nuova luce più profonda. Dopo tanto tempo, abbiamo potuto ricordare gli eventi del passato e condividere l’oggi con le sue nuove sfide, gli acciacchi dell’età e le avventure dei figli che crescono.

Poi, una confidenza importante, legata agli eventi che gli hanno cambiato la vita. Si tratta di due confessioni.

La prima, nell’adolescenza. Ricorda l’ora e la chiesa, il nome del prete, pur bravo e attivissimo con i giovani. Una celebrazione del sacramento in cui il sacerdote, affrettatamente gli aveva dato l’assoluzione, quasi senza ascoltarlo, forse distratto dagli impegni. Gli era rimasto il senso dell’incompiutezza, che lentamente lo aveva allontanato dalla chiesa vissuta.

Poi una confessione, cercata quasi per caso, visitando la chiesa parrocchiale nella Pasqua del 2010. Ricorda perfettamente l’ora e il luogo. Il giovane sacerdote polacco lo aveva guardato profondamente, ascoltato attentamente e guidato fino ad una assoluzione “vera”, che aspettava da 60 anni. Tutte le difficoltà, dettate da malattie in famiglia e dalla lontananza dai sacramenti, lasciarono spazio immediatamente ad una serenità inspiegabile.

Da allora la preghiera e la messa sono una necessità: momenti di totale riposo e pace, che riempiono tutta la giornata. Anche le fatiche sono diventate leggere.