Di tutto il caleidoscopio di emozioni che ha reso indimenticabile il Concerto per Coro ed Orchestra “Inni cantiam di giubilo” tenutosi venerdì sera, 8 settembre, presso la Chiesa cattedrale dell’Assunta di Ivrea, crediamo di non sbagliare dicendo che alcune resteranno indelebili, a confortare il cuore.

Anche se dovessimo prepararci, come da molte parti ci dicono, a mesi di “Inverno”, al tempo di una stagione fredda, forse buia, nel ciclo di quelle che scandiscono l’umana vicenda.

Una di queste emozioni l’hanno regalata i giovanissimi musicisti che studiano strumenti ad archi e frequentano la Scuola diretta dal Maestro Antonio Mosca.

Li ritroviamo nel video che volentieri offriamo come documento di questa serata importante: attenti, compresi nel ruolo pensato per loro in questa occasione, desiderosi di ben figurare; consapevoli di essere di fronte ad un pubblico, scevri però da qualsiasi tentazione esibizionistica.

Pensano a dare il meglio di sé, come forma di rispetto per coloro che sono qui (anche) per ascoltare loro.

Sono giovanissimi e tutto di loro dice che siano opera di Dio, facciano parte del suo progetto.

Hanno alle spalle e nel vissuto quotidiano ore ed ore di impegno, di studio oltre quello delle materie scolastiche.

Hanno già un’idea chiara della vita che può, che deve, snodarsi lungo la “strada diritta”: hanno incominciato a percorrerla con coerenza ed anche con gioia.

Lo fanno senza ostentazione, ma restano ugualmente, per chi li osserva e non soltanto ne ascolta le pure mirabili interpretazioni musicali, di cui diremo dopo, come un’icona.

Come una conferma che – si diceva in esergo – scalda il cuore.

Il cuore di chi talvolta si domandi se valga ancora la pena di impegnarsi per qualcosa, di accettare e portare pesi: sì.

Vale ancora la pena.

Questi ragazzi sono lì a parlarci ed a chiamarci ad assecondare ancora meglio, ognuno la propria vocazione, senza lasciarci l’alibi del nihilismo: un futuro c’è, loro ne sono la primizia e, se anche fossero vere le premonizioni che ci parlano di un grande Inverno prossimo venturo, il loro esempio rassicura sulla signorìa della Primavera che, comunque, non si farebbe troppo a lungo attendere.

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Come abbiamo anticipato, li ritroviamo nel nostro filmato, che ripropone qualche scampolo del concerto.

Concerto che ha visto l’esibizione del più “collaudato”, ma non per questo meno apprezzabile, Coro della Cattedrale, diretto dal Maestro Signora Maria Ausilia Fiorina, all’organo il Maestro Alessandro Veneri.

A loro è dedicata gran parte del video: hanno offerto, tra le tante, due vere e proprie “gemme” (secondo la modesta opinione di chi scrive, solo una tra le tante possibili) che Autori del passato e del presente hanno dedicato alla “padrona di casa”, la Madre di Dio.

 

Il celebre “Lodate Maria” di Lorenzo Perosi (con testo di Alfonso Maria De Liguori) ed un’Ave Maria di un Artista contemporaneo (e

che pare anche di ottimo umore, e ne ha ben ragione: applausi scroscianti a scena aperta) e presente al concerto, il Maestro Alessandro Ruo Rui.

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Ma, pur incantati dal talento degli Artisti, non è certo d’uopo tralasciare (ulteriormente) di parlare del “festeggiato”.

Questa bella occasione di festa comunitaria è stata, infatti, concepita per onorare un anniversario importante, il decimo dall’Ordinazione e dall’inizio del Ministero episcopale in Ivrea, del Vescovo Mons. Edoardo Aldo Cerrato.

L’altro momento di preghiera e meditazione che ha arricchito la giornata era stato, in mattinata, il

ritiro spirituale di Saint-Oyen, di cui diciamo in quest’altro articolo (clicca qui).

Ed il Vescovo Edoardo ha voluto dire il proprio grazie, non senza una sapida sfumatura di ironia, come sentiremo nel video a proposito di un piccolo brano introduttivo che allude alla “pifferata” in onore del Vescovo, per solito eseguita in occasione del grande Carnevale eporediese.

Un “grazie” dispensato con sincerità e con il grande garbo che gli è proprio, per questa manifestazione di affetto rivoltagli da tutta la Diocesi.

Dal popolo di Dio che è in Ivrea, non meno che dalle Autorità civili, ampiamente rappresentate dai più qualificati esponenti delle Istituzioni.

Non sarebbe possibile concludere queste brevi note, prima di lasciare il Lettore al documento filmato che, in poco più di 22 minuti, pensiamo dica meglio di tante parole, senza almeno un cenno ad un momento “forte” della serata.

Che, non va dimenticato, si è iniziata poco più di due ore dopo che le Agenzie di tutti il Mondo avevano incominciato a diffondere l’informazione sulla scomparsa della Regina Elisabetta II d’Inghilterra.

In tanti, ancora scossi dalla notizia, si domandavano come non ignorarne la portata, soprattutto dal punto di vista umano, anche se nell’occasione, era ovviamente imprevisto qualsiasi spazio dedicato all’evento.

Ha risolto nel migliore dei modi lo stesso Pastore della Chiesa eporediese, affidando a Dio la Sovrana, invocando, con sapiente allusività, “God save the Queen”, la accolga nella sua pace, e chiedendo poi un minuto di silenzio ai presenti: un momento “forte”, si diceva, che certo non ha lasciato nessuno indifferente.

Prima di lasciarvi con il video e la gallery, una doverosa, ulteriore nota.

Le riprese, per ragioni di tempo intuibili, si sono concentrate sulla parte musicale.

Il programma, però, ha previsto molto opportunamente una illustrazione della vita e dell’opera dei compositori dei quali si sono eseguiti i brani musicali.

E’ stata una intelligente operazione di riscoperta di talenti musicali (li vediamo nel programma di sala, nell’ordine di esecuzione) quasi tutti in vario modo legati al mondo eporediese.

Gli interventi orali sono stati offerti dagli Studenti del Liceo “Botta”, guidati da Fabrizio Dassano.