(Filippo Ciantia)
Era una splendida giornata d’estate di 10 anni fa. Il cielo terso e una leggera brezza rendevano tutto più limpido allo sguardo. Dall’albergo di La Thuile, la colonna di auto era salita al Colle San Carlo. Non era stato facile trovare il parcheggio… Un po’ per le dimensioni della vettura, ma soprattutto perché il bel tempo aveva attratto molte persone a salire in quota lungo un sentiero che permette a tutti di raggiungere i 2.066 metri del lago d’Arpy.
La speciale carrozzina di Cristina viene spinta e trainata da tanti amici che si alternano lieti lungo il sentiero. Il marito Guglielmo con la sua inseparabile “bandana” guida la squadra. Quando arrivano al bacino naturale del lago, tutti si fermano e guardano stupiti lo spettacolo delle Grandes Jorasses.
Cristina continua a stropicciare gli occhi. La SLA le ha tolto quasi tutto, ma non l’amore per la vita e per il suo sposo, e lo sguardo denso di parole e di messaggi e le sopracciglia che segnalano un “grazie” a tutti. Dopo tre anni di matrimonio la malattia era entrata nella loro felice vita famigliare. Cercavano un figlio che non veniva e avevano deciso di adottare, ma la SLA era arrivata prima. Guglielmo, detto Guly, deve accudire la sposa come il bambino tanto desiderato.
Innamorati tra loro e della vita, in quell’anno hanno capito che la vita è un cammino duro, anzi una salita, faticosa e accidentata. Un cammino da fare insieme agli altri, spesso tristi e con le lacrime agli occhi, ma mai domi. Il loro amore si è rafforzato e amici e amiche si sono avvicinati e moltiplicati. A decine i volontari si dedicano per la quotidiana fisioterapia. Anche oggi sono arrivati al lago grazie alla compagnia.
Il gruppo si è sparpagliato nei prati attorno al lago, per il pranzo e il riposo. Poi Paco e Raimondo si avvicinano e chiedono a Guly: “Possiamo raggrupparci e cantare attorno a Chicchi?”. Che commozione sentirsi abbracciati dalla comunità e dai bei canti di montagna, pieni di stupore e nostalgia. La gioia ha le sue radici a forma di croce.
Da allora tutti gli anni, in una sera d’estate, Guly e Chicchi vengono abbracciati di nuovo dalla compagnia degli amici, organizzando una serata di canti e di amore, che neppure la pandemia ha fermato. Per vivere occorre la compagnia degli amici e la vita è già una festa.
“Canta e cammina” (Sant’Agostino)