(Filippo Ciantia)

“Viandante non esiste il sentiero,
ma solamente scie nel mare…
Viandante non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando…
Il poeta morì lontano dal focolare.
Lo copre la polvere di un paese vicino”

La poesia di Machado, profondamente triste e, allo stesso tempo, piena di nostalgia, mi ha colto dopo l’incontro con un gruppo di giovani presso i Comboniani a Venegono Superiore. Grazie all’invito di padre Raoul, ho potuto conoscere la passione per trovare la propria strada di Serena, Lorenzo, Benedetto, Mattia, Arianna, Paolo, Stefano, Valeria, Martina, Francesco, Marta ed altri collegati in videoconferenza.

Mi hanno chiesto di testimoniare il mio incontro con padre Giuseppe Ambrosoli, grande medico e missionario in Uganda, che ho potuto prima conoscere in vita e, molti anni dopo la sua morte, dirigendo l’ospedale a Kalongo ai piedi della Montagna del vento, l’Oret. Questo monte per il popolo era simbolo di schiavitù perché lì nel passato arrivavano dal nord le carovane dei mercanti per acquistare zanne ed esseri umani. Proprio lì, un ospedale ed una missione trasformarono l’Oret in segno di pace e accoglienza.

I versi del poeta spagnolo, ribellione al famoso sentiero che nella sua terra porta con certezza a Compostela, mi ricordano la morte di padre Giuseppe, esule, a causa della guerra, senza cure mediche, perché i combattimenti avevano impedito qualunque soccorso.

Ma Giuseppe, come suo padre, San Daniele Comboni, sapeva con totale certezza che il suo cammino umano non era vano, non era una scia nel mare che poi svanisce. Nel dolore della vita offerta e nell’affidamento totale, Padre Giuseppe sapeva che la croce e il martirio sarebbero stati il suo trionfo, come per l’amato Gesù.

Che bello guardare questi ragazzi e queste ragazze, che sentono il profondo desiderio che le relazioni tra le persone siano vissute nella verità e nella solidarietà e che desiderano qualcosa di più della quotidianità regolare di un impiego “sicuro” e sentono l’anelito per ciò che è realmente grande.

L’esempio di Comboni e Ambrosoli possa mostrare un cammino che dura tutta la vita e non inganna, sempre riprendendosi da qualsiasi caduta.

“È bella la strada per chi cammina,
È bella la strada per chi va;
È bella la strada che porta a casa,
E dove ti aspettano già”