(Filippo Ciantia)

Frances Blogg e Gilbert Chesterton (il celebre autore della saga del prete-detective Padre Brown) si incontrarono ad un evento letterario nel 1896. Frances ebbe un decisivo influsso sul grande scrittore inglese, che, nel 1911 le dedicò il suo poema epico La Ballata del Cavallo Bianco con parole chiare: “Quindi offro queste rime a te/Che hai donato la croce a me”. Attraverso la moglie Frances, Chesterton incontrò infatti la fede e diede una direzione inaspettata alla sua vita.

Chesterton scrisse molto sul matrimonio, con pagine indimenticabili per acutezza e profezia. Colpisce la sua definizione di matrimonio: “…è un’avventura, come andare in guerra”.

Quarant’anni fa sposavo Luciana, la donna con cui ho condiviso una vita avventurosa e piena.

Quel giorno la celebrazione era fissata per le 15.30. Seguace di Chesterton, per prepararmi al passo decisivo, alle 14, mi misi con mio papà di fronte alla televisione per assistere al match di boxe del secolo: Roberto Duran, mani di pietra, sfidava il campione Ray Sugar Robinson. Duran era il nostro idolo: dopo 15 intensissimi round strappò la corona mondiale all’astro nascente della boxe di quegli anni.

Ero pronto per iniziare la grande avventura: nella chiesa parrocchiale di Casbeno a Varese, colma di amici che non ci hanno mai lasciati, Luciana ed io, di fronte a Dio e alla comunità, ci scambiavamo gli anelli della fedeltà.

Già il viaggio di nozze mostrò che saremmo andati incontro ad anni intensi. Partiti per il lago di Carezza, nelle incantevoli Dolomiti, dopo aver rischiato la vita in una escursione solitaria nella nebbia e nella neve, decidemmo di concludere il viaggio in climi più adatti, dai miei parenti in Sicilia.

Seguirono 29 anni in Uganda, tra gioie grandissime, amicizie profonde, guerre ed epidemie, genocidi e ricostruzioni, doni di ogni genere tra cui la grazia di 8 figli, malattie varie, luoghi incantati e popoli nobili e feriti.

Poi il rientro in Italia – non facile – nel 2009, il dono dei nipoti (ora sono 17, con ulteriori novità in arrivo). Gli 11 mesi trascorsi lontani l’una dall’altro, per il mio servizio nell’ospedale di Kalongo in Uganda, hanno fatto parte della buona battaglia.

Così, oggi, possiamo fare nostre le parole e la fede di “quel sarto, teologo mancato” cui Manzoni fa dire nel capitolo XXIV dei Promessi Sposi: “Mai ho trovato che Dio abbia incominciato un miracolo senza finirlo bene”.

Che continui questo miracolo che abbiamo ricevuto!

Il Risveglio Popolare formula a Luciana e a Filippo l’augurio grande, caloroso, sincero, riconoscente, affettuoso, in occasione di questi primi quarant’anni di matrimonio. I miracoli esistono sempre (a volte è colpa nostra che non li vediamo) e restano un punto fermo anche per la crescita e la maturazione di chi è attorno. Quante centinaia di migliaia di persone hanno incontrato nella loro vita di coniugi, Luciana e Filippo, in terra d’Africa dove hanno lavorato e servito per trent’anni, e ancora oggi lo fanno – in modo ovviamente diverso – dalle parti di Varese dove vivono.
Anche la penna di Filippo da due e più anni sulle pagine del nostro giornale è un grande regalo e un piccolo-grande miracolo che si ripete ogni settimana; e che continui!
Grazie, e avanti col vento in poppa…