di Hannes Holm
paese: Svezia, 2015
genere: commedia drammatica
interpreti: Rolf Lassgård, Bahar Pars,
Filip Berg, Ida Engvoll
durata: 1 ora e 56 minuti
giudizio: bello

Nel leggere la trama di “Mr. Ove” tornano alla mente le immagini di “Gran Torino” di Clint Eastwood, anche se qui non ci troviamo nella periferia di Detroit, ma lungo i viali di ordinate villette a schiera svedesi.
Il signor Ove Lindahl, è un uomo sulla soglia dei sessant’anni di carattere burbero e per natura asociale: ora è pensionato, dopo lunghi anni di lavoro presso la casa automobilistica Saab, e le sue azioni quotidiane si concentrano nel tenere in ordine il quartiere rimproverando i vicini rumorosi, allontanando il gatto che fa la pipì di fronte a casa sua, verificando che la raccolta differenziata sia stata effettuata in modo corretto… Un tempo era stato presidente dell’associazione dei condomini insieme al suo amico Rune, ma quell’epoca è ormai trascorsa; la solitudine è diventata un macigno da quando nella vita di Ove è scomparsa la moglie Sonja tanto da desiderare di farla finita egli stesso.
I buffi tentativi di suicidio inseriscono un ingrediente agrodolce nella pellicola, finché sopraggiunge il deus ex machina, rappresentato dalla giovane vicina iraniana Parvaneh che ha due bambine, è in attesa di un terzo figlio e ha bisogno di un aiuto concreto per la vita di tutti i giorni. Nasce così un rapporto di amicizia e complicità imprevisto, che regala al protagonista alcuni momenti di inaspettata serenità.
Tratto da “L’uomo che voleva mettere in ordine il mondo” di Fredrik Backman, il film di Holm descrive la figura particolare di un individuo che non vuole incompetenti attorno a sé e per certi versi offre uno spaccato della società nordeuropea, in cui burocrazia e welfare così rigidi rivelano buchi neri di dolore e insoddisfazione.
La voce italiana di Mr. Ove appartiene a Massimo Lopez. Il film è inserito nel programma di Ivreaestate 2018, la manifestazione eporediese che permette di assistere al cinema all’aperto nel cortile del Museo “Garda” in piazza Ottinetti.

Graziella Cortese