Si è svolta lo scorso giovedì la cerimonia di premiazione dei 25 Cavalieri del Lavoro e dei 25 Alfieri del Lavoro (nominati per meriti scolastici) da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del ministro Luigi Di Maio e del presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Antonio d’Amato.

A rappresentare Piemonte e Valle d’Aosta, insieme a Marco Caldera di Crescentino, c’era l’eporediese Silvio Rossini, diplomatosi con la votazione di 100 e lode al Liceo scientifico (opzione Scienze Applicate) “Antonio Gramsci” e distintosi per una media dei voti di tutti gli anni del 9,82. Iscritto al Politecnico di Torino, studia ingegneria meccanica seguendo il percorso “Giovani Talenti”, continuando comunque a coltivare la sua grande passione per la musica e la composizione, che lo ha portato sin da giovanissimo a partecipare con successo a diversi concorsi nazionali e internazionali (classificandosi sempre sul podio): Silvio, in effetti, si è fatto più volte notare al pianoforte e all’organo, in occasioni concertistiche e liturgiche, nonché alla fisarmonica con l’Ivrea Folk Music Orchestra. Ma non per questo il suo grande impegno per la scuola non è mai passato in secondo piano.

“Anche se sono riuscito a superare il test d’ingresso di Medicina a Torino, alla fine ho deciso di intraprendere la strada del Politecnico; la scelta non è stata per nulla semplice, ma alla fine mi sono fidato del mio istinto”, commenta Rossini. Che aggiunge di voler ringraziare “i miei professori, i miei genitori e tutti coloro che mi hanno sostenuto. E’ stata un’esperienza indimenticabile, un segno indelebile di meritocrazia nei confronti di coloro che un giorno metteranno a disposizione il loro impegno, la loro dedizione e la loro passione per il proprio Paese. Sono orgoglioso di aver rappresentato la mia città, nell’anno in cui è divenuta patrimonio Unesco per il glorioso passato di Olivetti: la stessa Olivetti citata con orgoglio dall’onorevole Di Maio nel suo discorso iniziale, un orgoglio che ha riacceso in me le speranze che si possa risvegliare un giorno, tutti insieme, il mitico colosso dell’industria italiana, trasformando un vago ricordo in realtà concreta…”.