Tenuta Roletto
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sabato 3 Maggio 2025

Reale mutua
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sabato 3 Maggio 2025

Dal 25 al 27 aprile, insieme a 300 ragazzi e ragazze della Pastorale giovanile diocesana

CHIVASSO MADONNA S.ROSARIO, TORRAZZA, BORGO REGIO E TORASSI - Il racconto del Giubileo degli adolescenti a Roma, straordinaria esperienza di Fede, nel segno della Speranza: sulla via di Gesù, che salva dall'illusione delle mendaci seduzioni mondane -

Si ringraziano i Sacerdoti: don Gianpiero Valerio,  il Vescovo di Ivrea, Mons.  Daniele Salera e don Davide Rossetto  ed i Catechisti che hanno reso possibile questo pellegrinaggio, che segnerà la nostra storia di comunità.

 “ Attraversiamo la Porta santa , verso un mondo di pace e di speranza.. pellegrini di speranza...

A coronamento di questi eventi, oggi, venerdì 2 maggio, alle ore 18 sarà celebrata la Santa Messa presso la Piccola Casa di Feletto, in occasione del decimo anniversario di beatificazione di Fratel Luigi Bordino, religioso cottolenghino.

FELETTO - Dopo un triduo ricco di insgnamenti, la celebrazione della Festa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo ha visto riunita tutta la comunità nell'ascolto della parola del Vescovo, Mons. Daniele Salera - Il Presule sottolinea la “Pietà”, il “Timore di Dio” e la “Fede” che traspaiono da tutti coloro che consacrano la loro vita a Dio e prestano il loro servizio nella Casa.

La celebrazione eucaristica si è conclusa con la processione che, come ha sottolineato il Vescovo, è metafora della vita cristiana, è cammino…

( gabriella franzino – edy guglielmetti ) – La buona tradizione che vede la...

Un bell'esempio di devozione mariana vissuta nella coerenza con attenzione alla formazione cristiana

BORGO REVEL - La Parrocchia di “S.Anna” si prepara al mese di maggio con iniziative di preghiera di comunità all’insegna del cammino sinodale -

Itinerario aperto a tutti per “camminare insieme” nel ricordo di Papa Francesco e delle sue esortazioni, per essere con Maria, Regina di speranza, pellegrini ogni giorno -

(Elisabetta Acide) – Nella teologia mariana vi è un titolo che credo valga la pena...

Ancora un'esemplare esperienza educativa e pastorale per i giovani delle parrocchie di Rivarolo -

RIVAROLO CANAVESE - Quella Croce così attuale nella vita di tanti come noi - Due esempi luminosi, Sammy Basso e Nadia Toffa, che hanno portato la Croce con umiltà, semplicità e grinta, senza arrendersi di fronte al “buio” della vita.

Ai piedi della Croce sta Maria, in attesa di quella luce che dona salvezza, pace e armonia a tutti noi nel giorno della Santa Pasqua.

(simone mezzano) – Un Venerdì Santo intenso quello vissuto ieri, 18 aprile, dagli animatori...

Celebrazione preparata con ogni cura: non è mancata anche la presenza di un'asinella

CUCEGLIO - Il Card. Arrigo Miglio presiede la Liturgia nella Domenica delle palme - Molto seguito il suo messaggio conclusivo, che riproponiamo integrale in VIDEO - 

Oltre la pur importante e bella "cornice", contempliamo il "quadro" che essa contiene

(f.c.) – Il cardinale Arrigo Miglio ha presieduto la Liturgia della Domenica delle Palme a Cuceglio, celebrata sabato pomeriggio alle 18 con ritrovo in Piazza Porta Pia. Presente anche l’asinella Agata che ha...

"Abbiate il coraggio di essere felici".

ROSONE DI LOCANA - La comunità riunita davanti al maxischermo per partecipare alla S.Messa esequiale per Papa Francesco - Grande momento unitivo, nel raccoglimento e nella preghiera -

Come indicato dal vescovo Daniele, 88 rintocchi di campane hanno risuonato nelle parrocchie delle Comunità Parrocchiali Alta Valle Orco durante la traslazione del feretro verso Santa Maria Maggiore.

Nella tranquillità del salone Don Salvetti a Rosone, i fedeli hanno potuto assistere, sul...

Molto seguita la meditazione offerta dal Dicacono Simone Mezzano

RIVAROLO CANAVESE - La comunità unita  in memoria di Papa Francesco - Veglia di preghiera guidata dal Vice Parroco Don Antonio Luca Parisi - Un pontificato "segnato da gesti forti. Si è recato nei luoghi della sofferenza, come Lampedusa, dove nel 2013 ha sottolineato l’indifferenza globale verso i migranti".

Nell’Enciclica “Laudato sì” del 2015 ha denunciato lo sfruttamento del pianeta, chiedendo una “cambiamento ecologico” globale.

Martedì 22 aprile in Rivarolo Canavese la veglia di preghiera per il defunto Pontefice Papa...

Il 23 novembre 2022

TESTIMONIANZE IN MEMORIA DI PAPA FRANCESCO - L'incontro con Cuceglio nel 2022 - La delegazione guidata dal Card. Arrigo Miglio, ebbe l'opportunità di un colloquio che resterà nei cuori -

Consegnato al Papa uno dei "Presepi an ti süch" che stanno diventando famosi, non solo in Italia.

(f.c.) – La Comunità di Cuceglio, nella tristezza che avvolge il mondo per la scomparsa di...

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Oggi il pellegrinaggio di 300 ragazzi e ragazze a Roma per il Giubileo dei giovani

IVREA - Cattedrale gremita per la S.Messa di suffragio in memoria di Papa Francesco - Il Vescovo Daniele nell'omelia ha richiamato i documenti del Magistero pontificio ed anche vivide testimonianze di vita vissuta che hanno reso indimenticabile l'insegnamento del Pontefice

L'abbraccio ad Emanuele, che gli chiese se il papà, da poco scomparso, fosse in Paradiso, anche se non credente

Cattedrale di Santa Maria Assunta in Ivrea gremita di fedeli, ieri sera 24 aprile, per la Santa...

Facciamo nostre, come comunità parrocchiale, le parole di Mons Daniele Salera

BORGO REVEL - Dalla Passione, all'oltraggio della Croce, alla signorìa della Pasqua - La comunità della Parrocchiale di Sant'Anna, con il Parroco Don Valerio D'Amico, protagonista di un cammino di fede e devozione -

Cristo re eterno ha vinto le tenebre del mondo” e mentre lo professiamo, sentiamo che questa vittoria ora è donata e garantita a noi, sentiamo la gioia di essere stati battezzati in Lui, ed in Lui sappiamo di essere vittoriosi

(Elisabetta Acide) – Il Triduo pasquale a Borgo Revel si è aperto in Chiesa Parrocchiale...

Molto seguite le omelie di Mons. Lorenzo Piretto e Mons. Roberto Lucchini, invitati dal Parroco Don Alberto Carlevato -

VILLAREGGIA, MAZZE', TONENGO - Una Settimana Santa vissuta nella pienezza della Fede - Presente sul Calvario il Venerdì Santo e nel Cenacolo a Pentecoste  la Vergine Santissima è probabilmente stata testimone privilegiata anche della risurrezione di Cristo -

Conservate sempre la speranza. Non la speranza superficiale, ma la Speranza che ci viene dal Signore Gesù

(Testo di Renato Scotti – Immagini di Gabriele Bisco, Mirella Nigra, Martina Acotto, Stefano...

PAROLA DI DIO – «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?»

At 5, 27-32. 40-41
Dagli Atti degli Apostoli.
In quei giorni, il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo».
Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono».
Fecero flagellare [gli apostoli] e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.
Sal 29
RIT: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.
  RIT: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.
  RIT: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.
  RIT: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Ap 5, 11-14

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni Apostolo.
Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce:
«L’Agnello, che è stato immolato,
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza,
onore, gloria e benedizione».
Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano:
«A Colui che siede sul trono e all’Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli».
E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione.
Gv 21, 1-19
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
Udire e vedere…  i testimoni… e se si è testimoni non si può tacere.
Ricevuto lo Spirito Santo si è testimoni autentici e coraggiosi: gli Apostoli non possono “trattenere”.
Gesù, appeso ad una croce, è stato resuscitato da Dio.
Il cenacolo, una stanza in affitto, al primo piano, tanta gente, la piazza del tempio, poi la prigione, la casa, il sinedrio…
Domande, interrogatori.
Obbedire a Dio.
Pietro con coraggio, senza paura, pronuncia le parole: “Obbedire a Dio anziché agli uomini”.
Pietro ha il coraggio della verità.
L’annuncio: “Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono”.
Il Risorto fornisce senso alla comunità: con il dono dello Spirito si diventa annunciatori, testimoni coraggiosi, senza paura e senza timore, non “contro” il potere, ma con la Parola libera e liberante.
Il sommo sacerdote rimprovera, con divieti e ammonimenti… ma la Parola “circola” a Gerusalemme, non è “trattenuta”, è “protagonista” della storia e del mondo.
Obbedire a Dio.
L’obbedienza della libertà e della coscienza.
Non un dio “inventato”, Pietro lo sottolinea:  È “il Dio dei vostri Padri”, quindi vostro e nostro, che “ha resuscitato Gesù che voi aveste tra le mani e appeso al legno”.
Innalzato per la salvezza dell’uomo.
Pietro invita ad una nuova comprensione: non il potere dell’uomo che opprime e guida con la violenza, ma quello di Dio che salva e libera, che rende figli e fratelli.
Quel legno della croce salva con perdono ed amore.
Testimoni delle Parole e dei fatti, perché Dio è il Verbo, che “venne ad abitare”, che rende “figli di Dio”, che dona lo Spirito.
In Galilea, sul lago… inizio e fine…
“Vi precederò”… ( cfr. Mc 14,28)
Vi precederò per aiutarvi a “rileggere” alla luce della risurrezione.
Gesù accompagna ancora gli apostoli… li guida nella pesca.
La risurrezione che sconvolge gli schemi abituali, che deve essere compresa, perché la morte trova un senso in quella croce dalla quale passare… perché dice Gesù: “Io sono la Risurrezione e a la Vita” (Gv 11,25).
Pietro invita a pescare.
Lo seguono.
E Gesù accompagna.
Sulla riva. Una proposta, come quella che avevano già sentito: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”.
Una proposta, una promessa.
Reti piene, pesca abbondante…
Pane, pesce, fuoco… cura e cuore.
Cibo, tavola, fuoco…
E Giovanni lo riconosce: “E’ il Signore” e lo dice a Pietro.
Giovanni e Pietro, ancora insieme davanti al Signore.
Gesù ha “preparato tutto”, ma chiede il pesce anche se lui ne ha già messo sul fuoco, chiama a “collaborare”, a “portare” ciò che hanno.
Pesci… 153 grossi pesci.
Totalità, pienezza, mondo, umanità.
All’epoca erano 153 le specie conosciute nel mar Mediterraneo.
153…la moltitudine degli uomini ai quali far “conoscere” Gesù Risorto.
Pesci per ritrovare il Signore.
Pane e pesci… come una volta.
Nessuno parla… il silenzio dell’attesa, dello stupore, della preghiera.
Il Signore ha “preparato tutto”, attende, invita a mangiare.
Solo dopo Gesù parlerà, formulerà la domanda: “Pietro mi ami tu?”.
L’evangelista Giovanni ci aiuta a comprendere con il verbo agapao (amare), usato per due volte, e poi philein (volere bene). Un “voler bene” che è  amore profondo, che è amicizia profonda, che è l’amore grande che offre la vita per gli “amici”.
Pietro lo sa.
Ti amo Signore, ti voglio bene.
“Signore, tu conosci tutto”.
Fede, fiducia totale.
Pietro è pronto, è “mandato”.
“Seguimi”.
Ancora una volta.
Unità nella comunione.
Comunità e missione.
La fede “radicata” in Gesù.
La “fortezza” della fede, oltre la paura, l’incertezza, il tradimento, l’incomprensione, la difficoltà e lo smarrimento.
Seguire Gesù, mai perdere di vista il “centro” della fede.
Il ritorno al “prima”, alla vita prima di Gesù, gli altri seguono…
Ma la fede nel Risorto non può “lasciare come prima”, hanno ricevuto lo Spirito e le parole del Risorto diventano “vocazione”.
Voc-Azione di ogni uomo e di ogni donna.
Voc-Azione che si traduce in missione.
La “chiamata” all’ “azione”.
La comunità trova il suo pastore  che guida e orienta. Non basta essere “insieme”, occorre essere “in Cristo”, “con Cristo”, “per Cristo”.
La comunità dal lago… verso il mondo.
La comunità “cresciuta”, che ha “imparato ad amare”.
La maturità della comprensione, dell’amore responsabile per sé e per gli altri, rende adulti nella fede e testimoni nella missione.

Risorto, Gesù appare e si manifesta – Commento al Vangelo di domenica 4 maggio 2025 (di don Renzo Gamerro)

Giovanni racconta: “Gesù si manifesta di nuovo – la terza volta –, a sette discepoli sul lago di Tiberiade, sulla riva, all’alba, non riconosciuto, chiedendo loro: «Avete nulla da mangiare? Gettate la rete». Intanto prepara un fuoco di brace con su pesce e pane. Quando ebbero mangiato, incontra Pietro per chiedergli se ancora lo ama”.
Appare e si manifesta, è riconosciuto. Risorto a vita nuova, è come prima pieno di amore e di misericordia nel condividere fraternamente i pasti, nel conversare praticando il perdono.
Appare e si manifesta per risanare relazioni. Pietro le aveva interrotte quando alla serva disse: “Non lo conosco”. Gli altri, eccetto Giovanni, non erano rimasti sotto la croce, erano fuggiti.
Gesù appare in quei primi giorni a Gerusalemme e Emmaus, in seguito sulla via di Damasco, poi in ogni tempo e in ogni strada del mondo, sta come in agguato e sorprende. Aspetta, appare e si manifesta sempre per un incontro e per incontri. Quanti incontri imprevisti con colloquio, con scambio di amore e dichiarazioni come quella di Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”.
E in ogni incontro, il Risorto non ricorda mai il passato. Incontra nel presente. Ci incontra e ci parla a tu per tu.
Domenica, come più volte nei giorni precedenti, il Risorto appare e si manifesta al mondo intero nella figura di Papa Francesco. Quella mattina del 21 aprile, quando giunse la notizia della scomparsa, tutti ci sorprese. Ma all’orecchio, nella mente e nel cuore di tutti, riecheggiò la voce dell’angelo che, ai primi arrivati duemila anni fa all’ingresso della grotta, con la pietra ribaltata gridò: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. E la figura del Papa della misericordia e della speranza apparve con il suo tenero sorriso.
Mi ha molto colpito il grido della giovanissima ragazza che aveva appena posato un mazzo di rose bianche sul gradino di ingresso della Basilica di Santa Maria Maggiore, all’arrivo della bara del Pontefice: “Papa Francesco è vivo… Lo vedo! Ha attraversato Roma e la via dei Fori Imperiali, è vivo e cammina con noi”. Sì, il Papa di tutti è vivo per tutti e cammina con tutti.
Gv 21,1-19
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

ORGANALIA 2025 – Il debutto a Volpiano nel ricordo di Marco Enrico Bossi

Sono 17 gli appuntamenti concertistici che, tra il secondo fine settimana di maggio e la fine di luglio, scandiranno il programma della ventitreesima edizione del circuito musicale di Organalia, patrocinato sin dagli esordi dalla Provincia di Torino prima e, dal 2015, dalla Città metropolitana.
Cinque le aree geografiche interessate: il Ciriacese con i Comuni di Cirié, San Carlo Canavese, San Maurizio Canavese e Nole; il Basso Canavese con Volpiano; il Canavese con Andrate, Chiaverano, Chivasso, Romano Canavese e Verolengo; le Valli di Lanzo con i Comuni di Ala di Stura, Balme, Ceres, Mezzenile e Viù.
La particolarità dell’edizione 2025 è la presenza femminile a ogni concerto, per valorizzare la partecipazione di musiciste già affermate accanto a giovanissime interpreti che, grazie ad Organalia, debutteranno di fronte a un pubblico appassionato e competente.
Tutti i concerti di Organalia sono ad ingresso con offerta libera.
Il programma del mese di maggio si aprirà venerdì 9 a Volpiano alle 21 nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, di cui verrà valorizzato l’organo costruito da Giuseppe Bernasconi, con un concerto in ricordo di Marco Enrico Bossi, del quale ricorre il centenario dalla scomparsa.
Si tratta del più importante organista e compositore di musica organistica vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo, il primo italiano chiamato a suonare negli Stati Uniti d’America.
Sarà la giovane e affermata organista siciliana Ilaria Centorrino, già docente al Conservatorio di Cosenza, a sviluppare la parte organistica, affiancata alla tromba da Mattia Gallo, che a Volpiano insegna il suo strumento ai giovani musici della Orchestra Filarmonica Volpianese.
Per aprire la serata, Ilaria Centorrino eseguirà due brani tratti dall’opera 104, l’Entrée Pontificale e l’Ave Maria. A seguire la Sonata in Re minore opera 60 numero 1, il “Chant du soir” opera 92 e “Alla marcia funebre” per pedale solo. Il duo Centorrino-Gallo proporrà la “Fantaisie pour Trompette et Orgue” di Eric Stauffer, la Rapsodia sacra per organo e tromba di Eric Schmidt e una Gran Fantasia dall’opera “La Traviata” di Giuseppe Verdi. Il finale sarà affidato all’organo solo, con lo Studio da concerto numero 1 del canavesano Pietro Alessandro Yon.
Il concerto è sostenuto dal Comune di Volpiano ed è organizzato in collaborazione con l’Unitre e con la Filarmonica Volpianese.
Sabato 10 maggio alle 21 è invece in programma un concerto nel Duomo di San Giovanni Battista a Cirié con la Camerata Barocca Musica Viva, che vedrà quale protagonista assoluta la soprano torinese Arianna Stornello, specializzata nella prassi esecutiva barocca, chiamata a confrontarsi con la figura di Maria Maddalena, vista da alcuni compositori del periodo barocco.
Ispirandosi agli attributi tradizionalmente accostati alla Maddalena – Verecunda, Simplex, Secreta, Humilis, Fidelis, Lacrimabilis – il concerto traccerà un ritratto intenso e coinvolgente di una donna eccezionale attraverso le musiche di Antonio Caldara, Giovanni Bononcini, Gerolamo Frescobaldi, Johann Heinrich Schmelzer, Georg Friedrich Händel, Antonio Vivaldi e Johann Adolf Hasse. L’organizzazione del concerto è sostenuta dalla Città di Cirié per il tramite dell’Unione dei Comuni del Ciriacese e Basso Canavese, e dal Rotary Club di Cirié-Valli di Lanzo.
Sabato 17 maggio ci sarà invece il gradito ritorno dell’Ensemble Andromeda nella chiesa plebana di San Maurizio Canavese, che ha Francesco Bergamini quale primo violino concertatore e ben due protagoniste dell’appuntamento: la soprano Cristina Mosca, apprezzata sia nel repertorio barocco che in quello romantico, e l’oboista Arianna Zambon, che sarà solista nel Concerto in Re minore per oboe e orchestra S.Z799 di Alessandro Marcello.
Maggiori dettagli sui concerti sono reperibili nel sito Internet www.organalia.e
 Redazione Web
Arianna_StornelloCristina_MoscaIlaria_CentorrinoMarco_Enrico_Bossi,_1905

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Sovraindebitamento, fenomeno in crescita (di Cristina Terribili)

Il sovraindebitamento è quel fenomeno per cui la persona che ha contratto un prestito o ha acquistato un bene a credito non è in grado di rimborsare i propri debiti in maniera regolare. La questione è più ampia di quanto si pensi, considerando che il Rapporto Italia 2024 dell’Eurispes dice che più della metà degli italiani (57,4%) fa fatica ad arrivare a fine mese: la stragrande maggioranza tira la cinghia, ma cresce – anche in Piemonte – il fenomeno del sovra indebitamento.
È quanto emerge da “Finsight”, l’osservatorio sull’indebitamento di Go Bravo, fintech che opera nell’ambito della gestione e liquidazione dei debiti privati. L’analisi, basata su un ampio campione di oltre 8.000 italiani (di cui oltre 600 piemontesi) che hanno incontrato difficoltà nel ripagare i propri debiti (prestiti personali, carta di credito, fido), ha anche restituito una sorta di identikit della persona sovra indebitata. Per quanto concerne la nostra Regione, emerge che si tratta per la maggior parte di uomini, abitanti nel capoluogo Torino, di circa 50 anni, spesso sposati e con un debito medio di 28 mila euro. Sono persone che, nella maggior parte dei casi, hanno richiesto un prestito personale e, altro dato interessante, più il loro titolo di studio è elevato più è alto l’ammontare del debito.
Si potrebbe ipotizzare che chi si indebita lo faccia per migliorare i processi di sviluppo propri o della propria famiglia o azienda. D’altro canto è solo attingendo ai prestiti che si possono effettuare migliorie su infrastrutture, macchinari, istruzione o professionalizzazione. Il problema sorge quando non è stata fatta un’analisi chiara dei tempi per l’ammortamento del prestito, quando sono sopraggiunti eventi esterni ed imprevisti che hanno richiesto un ulteriore esborso di denaro. Ci sono poi i debiti che riguardano il sovra-consumo, che non sono destinati a investimenti ma a placare le ansie di chi cerca di superare le differenze sociali con l’acquisto di beni non necessari. Né va ignorato la crescente diffusione dell’azzardopatia e di coloro che si fanno ingannare dalla “jackpot economy”, ossia avere denaro grazie a vincite derivate da giochi online o da scommesse.
Dal 2008 ad oggi la piaga del sovraindebitamento si estende ad un numero sempre maggiore di persone con costi personali e sociali molto rilevanti; al di là del motivo per cui uno si è sovraindebitato, questi vive una condizione di profondo disagio psicologico che può compromettere, oltre alla salute mentale, anche la sua salute fisica e l’assetto familiare e sociale.
Tra le misure utili a contrastare il fenomeno del sovraindebitamento, oltre ad incoraggiare azioni per promuovere un’educazione finanziaria attenta al budget, al piano di rimborso, alla valutazione degli imprevisti, è fondamentale permettere l’accesso a quei servizi di supporto psicologico rivolti al singolo e alla famiglia che può accusare lo stesso sentimento di vergogna e di fallimento che accompagna il debitore e che può portare anche a soluzioni estreme.

BORGO REVEL – La Prima Comunione di Beatrice e Matteo, una Grazia per la comunità

(Elisabetta Acide) – L’occasione per una riflessione è propizia e la offre l’evento comunitario della “Prime Comunioni”.
 “L’Eucarestia è il culmine e il vertice della vita cristiana”.
Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase o l’abbiamo a nostra volta pronunciata.

A volte il rischio è quello di utilizzare frasi “belle”, forse anche, per dir così, “ad effetto”, ma magari “per abitudine” o per “sentito dire”.  (Lo ricordiamo per dovere di cronaca, la frase appartiene al Decreto  Presbyterorum ordinis  e afferma che “l’Eucaristia si presenta come fonte e culmine di tutta l’evangelizzazione” n. 5). 
Belle frasi a cui dovremmo sempre dare la giusta importanza e collocazione come il numero 1407 del Catechismo della Chiesa Cattolica:

“L’Eucaristia è il cuore e il culmine della vita della Chiesa, poiché in essa Cristo associa la sua Chiesa e tutti i suoi membri al proprio sacrificio di lode e di rendimento di grazie offerto al Padre una volta per tutte sulla croce; mediante questo sacrificio egli effonde le grazie della salvezza sul suo corpo, che è la Chiesa.”
Pensare e vivere l’Eucaristia è importante, e lo è perché è vita della Chiesa, è sacrificio, è celebrazione del Mistero Pasquale reso accessibile nella Cena del Signore, è sacramento della “vita in Cristo”, che ci fa rimanere in Cristo e Cristo in noi.
Ecco perché credo che l’ “evento” (ormai anche nelle parrocchie e nella Chiesa abbiamo assunto la terminologia delle “occasioni” sociali, chissà perché le cose ed i “segni” o “sacramenti” non li chiamiamo più con il loro nome che pure è bellissimo ed eloquente), delle “Prime Comunioni” che coinvolge i bambini e le loro famiglie, con i catechisti che hanno accompagnato il loro cammino, non è e non può essere (o non dovrebbe essere) un “evento privato”, ma un “evento comunitario”.
A maggior ragione quando si tratta di evento parrocchiale (come dovrebbero essere tutti i sacramenti), perché la Chiesa, fondata su Cristo, è “da Cristo” e il sacramento dell’Eucaristia dimostra che essa è tratta da quel “costato” di cui ci parla l’evangelista Giovanni (Gv 19,34).
La comunità è quella parrocchiale, che proclama in ogni eucaristia “per Cristo, con Cristo, in Cristo”, ed è con questa consapevolezza che giovedì 1 maggio, la comunità si è riunita per la celebrazione eucaristica della “prime Comunioni”.
I “numeri”, non sono sicuramente quelli delle “grandi celebrazioni”, ma poco importa, non penso sia una “questione numerica”, quello che credo sia importante, è che sia una “celebrazione comunitaria”.
Due bambini ed una comunità parrocchiale.
Sono sempre stata fermamente convinta dell’importanza della “celebrazione comunitaria” nella propria parrocchia di appartenenza, con i propri “compagni di viaggio” nell’itinerario di formazione del percorso di catechesi, con i fedeli, con le proprie famiglie, amici, con coloro con cui si condivide o si dovrebbe condividere il cammino di fede.
Non è questione di “campanilismo”, ma di cammino parrocchiale comunitario.
Credo che sia importante “vivere” la vita parrocchiale, il cui  compito fondamentale è quello di essere “luogo” che favorisce l’incontro tra  fede cristiana e le condizioni della vita di ogni giorno.
Papa Francesco ed i precedenti pontefici, hanno insistito molto sulla “conversione missionaria” della parrocchia, un cammino che come Chiesa siamo chiamati a percorrere e che stiamo percorrendo con i passi sinodali, certo difficile, ma necessario, per superare quella logica o “logiche” che vorrebbero la parrocchia ancora “autoreferenziale”, che forse spera ancora o si “accontenta di “stare bene insieme” o come “centro erogatore” di sacramenti o “servizi”.
La parrocchia della “conversione missionaria”, forse ci chiede di vivere la “vocazione” alla vita cristiana, ci chiede di passare da quel “bisogno di sacro” alla fede vissuta, che prende il volto della testimonianza di chi ci vive accanto e dall’ “ambiente” nel quale viviamo.
Ecco allora che, in parrocchia, forse occorre dare centralità all’evangelizzazione, Parola e Sacramenti vissuti insieme. Parrocchia è coniugare annuncio e celebrazione, vita personale e vita ecclesiale, per vivere la sequela di Cristo nella fraternità ecclesiale.
I sacramenti celebrati in parrocchia, con la comunità parrocchiale, sono importanti per la vita di fede di tutti i cristiani che appartengono alla comunità, sono momento di condivisione e di crescita per la vita spirituale della comunità stessa, sono “segni” della Grazia di Dio, sono “doni preziosi” affidati da Cristo alla Chiesa.
Non si tratta solo di “fedeltà” alle formule e “validità” del sacramento; è liturgia, è partecipazione, è comunione, è vita di Chiesa nella Chiesa.
“Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi”.
Mangiare è “incorporare”, “metabolizzare”, “ruminare”, è “trasformare” ed “essere trasformati”.
Mangiare è atto di relazione e Gesù stesso ha detto:
 “la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda” (Gv 6,55), un gesto d’amore per gli apostoli e per noi.
Ci “nutriamo” dunque di Cristo e “nutriamo” la nostra vita comunitaria in Lui.
Ci riuniamo attorno alla mensa eucaristica per nutrirci di Cristo e la comunità parrocchiale come Chiesa, nasce e ri-nasce intorno all’altare e dunque, come cristiani non possiamo vivere senza Eucaristia, senza il Pane dei figli e dei fratelli:
“Questo è il pane disceso dal cielo… chi mangia questo pane vivrà” (Gv 6,50).
Viviamo e siamo Chiesa.
Beatrice e Matteo, che hanno ricevuto la Prima Comunione, hanno percorso il cammino nella comunità, accompagnato dalle catechiste, dalla intera comunità, dai “compagni di viaggio” dei laboratori di catechesi, e nel tempo liturgico particolare, che stiamo vivendo, il tempo pasquale, offre all’intera comunità, occasione di “formare”, “dare forma” anche alla fede comunitaria, ripensare al cammino di fede di ciascuno e quello all’interno della comunità.
Quest’anno due, altri anni nessuno, alcune volte 6 o 7 ( negli anni passati anche 10), ma non importa… insieme…
La data della Prima Comunione non la “scelgo” io in base alle mie “comodità” o disponibilità dei parenti o necessità di organizzare cena o pranzo o nulla… la “data” della Prima Comunione  è “l’incontro” con Gesù, insieme, nella comunità.
L’insieme che crea comunione, insieme che crea cammino “nessuno escluso” o “in esclusiva”.
Nella Chiesa Parrocchiale, con la partecipazione di tutta la comunità.
Cose di altri tempi?
Sì, no, forse…
Semplice riflessione personale.
Ho un “faro” che ha sempre accompagnato le mie riflessioni su questo sacramento:  Papa San Giovanni Paolo II, nell’Enciclica Ecclesia de Eucharistia,  nel capitolo “L’Eucaristia edifica la Chiesa”, affermava:
“La celebrazione dell’Eucaristia è al centro del processo di crescita della Chiesa” perché “ogni volta che il sacrificio della croce «col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato” (1 Cor 5,7) viene celebrato sull’altare, si effettua l’opera della nostra redenzione. E insieme, col sacramento del pane eucaristico, viene rappresentata e prodotta l’unità dei fedeli che costituiscono un solo corpo in Cristo (cfr 1 Cor 10,17)” (n. 21).
E l’Eucaristia “raggiunge” ogni uomo e la comunità che la celebra.
I catechisti, hanno regalato ai bambini comunicandi una croce, consegnata dal parroco durante la celebrazione, che sottolinea quanto affermava San Paolo:
“Cristo è potenza e sapienza di Dio. Perché la pazzia di Dio è più sapiente della sapienza degli uomini, e la debolezza di Dio è più forte della forza degli uomini”,  (1Cor 1,22-25)
il cui valore salvifico rappresenta il dono di Dio all’umanità.
Croce e risurrezione come  nucleo del kérigma cristiano, come segno del cammino dell’iniziazione cristiana che i bambini stanno percorrendo.
La Prima Comunione, oltre l’aspetto “particolare” che riveste per chi la riceve per la prima volta e ci auguriamo, la prima di una serie numerosa di volte, vissuta nella fede autentica è un’occasione di ricchezza spirituale.
I bambini avranno ancora bisogno di esempio, di sostegni, di percorrere passi in comunità parrocchiale, hanno bisogno di  testimonianza e di testimoni che vivono ogni giorno la propria fede, anche le proprie difficoltà, i propri dubbi, le proprie gioie e queste “figure” di cristiani  sono le singole persone che compongono la nostra comunità.
Possiamo allora riflettere sulla “missione efficace”, solo se vissuta nella communio, con lo “stile di comunione” e  con la consapevolezza della comune missione, perché  la Chiesa si realizza dentro l’unità della missione.
La Chiesa vive: vive di e per Cristo, è chiamata ogni giorno, a “guardare” Cristo, e  la vita completamente donata di Gesù diviene la straordinaria possibilità di vita per la Chiesa.
La comunità parrocchiale di “S.Anna”, si appresta a celebrare con diverse iniziative di preghiera e formazione il mese di maggio, che inaugura proprio con questa importante celebrazione.
A Maria “Regina di Speranza”, vengono affidati questi bambini che oggi hanno ricevuto la Prima Comunione, tutti i bambini e ragazzi che frequentano i Laboratori di catechesi parrocchiali, ma anche tutta la comunità, perché Maria, modello di madre e di credente, sia sempre madre affettuosa che guida e conduce la comunità, riempita dello Spirito del Risorto che rende decisi, forti e coraggiosi nella testimonianza cristiana.
Al termine della celebrazione, i bambini hanno innalzato la loro preghiera di ringraziamento, di affidamento e di impegno nella prosecuzione del cammino di fede con questa invocazione preparata da loro:
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Grazie  Gesù, Tu sei il Pane vivo disceso dal cielo, che ci nutre e ci sostiene.
Noi crediamo che Tu sei la Risurrezione e la vita e sei con noi  nell’Eucaristia.
Grazie per questo tuo grande dono.
Donaci la forza per crescere nell’amore.
Signore Gesù, stacci vicino perché ogni giorno possiamo ricordarci di Te nella preghiera  e nella celebrazione dell’Eucaristia.
Ti preghiamo per i nostri genitori, per i catechisti, per tutti i bambini che partecipano con noi ai laboratori di catechesi, per la nostra parrocchia, per la Chiesa e per il mondo perché la gioia di questo incontro porti a tutti il tuo amore.
Ci affidiamo a Maria tua mamma perché ci sostenga e ci protegga.
La celebrazione è terminata con la recita dell’Ave Maria e la benedizione dei presenti.
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