Ha animato la Liturgia la Corale che riunisce tutte le cantorie
CUCEGLIO - Il Vescovo Mons. Daniele Salera conclude il Mese Mariano al Santuario della Beata Vergine Addolorata - Numerosa presenza di popolo anche per il pellegrinaggio che ha preso le mosse dalla chiesa di Madonna delle Grazie a Cascine Cuffia - VIDEO E GALLERY
Hanno concelebrato Don Luca Meinardi, Don Massimiliano Marco ed il "cucegliese Doc" Don Valerio D'Amico
(f.c.) – Vasta partecipazione di popolo per la Celebrazione che ha chiuso il Mese Mariano...
Gallery fotografica di Gabriele Bisco ed Elena Damigi
MAZZE', TONENGO, VILLAREGGIA / VICARIA CALUSIESE - Santa Rita ha ancora tanto da dire anche alle donne ed agli uomini d'oggi - Riuscito mosaico di iniziative devozionali comunitarie e intensa condivisione spirituale per le Parrocchie guidate da Don Alberto Carlevato -
Martina Leggero di Villareggia ha preparato questa bellissima poesia - preghiera in onore della Santa
(A.C.) – Santa Rita da Cascia: un modello sempre valido e proponibile anche ai giorni...
Nel 35.mo anniversario dall'apertura della Casa di Sant'Anna Boschi
CASTELLAMONTE - La Comunità Cenacolo fondata da Suor Elivira Petrozzi festeggia i 35 anni di presenza e servizio in Canavese con il Vescovo di Ivrea, Mons. Daniele Salera - VIDEO E GALLERY
Il Pastore della Chiesa eporediese e canavesana accolto da numerosi Sacerdoti con Padre Stefano Ragno
(giancarlo guidetti) – Uno splendido pomeriggio di sole ha accompagnato a Sant’Anna Boschi di Castellamonte,i festeggiamenti per il 35.mo anniversario di presenza su questo territorio della Comunità Cenacolo Fraternità...
Sabato 17 maggio, giornata illuminata da una luce speciale
AGLIE', CUCEGLIO, SAN GIORGIO, OZEGNA E LUSIGLIE' - Accolta la reliquia del Beato Carlo Acutis con una grande festa al Santuario di Madonna del Bosco - Giornata di riflessione, preghiera, divertimento, nel segno di una santità che parla ai giovani -
Insieme bambini e ragazzi hanno giocato, ballato e partecipato ai laboratori proposti, per conoscere ed approfondire la vita ed i miracoli di questo giovane beato.
(donatella novaria) – Sabato 17 maggio al Santuario della Madonna del Bosco di Ozegna le parrocchie di Agliè, Cuceglio, Ozegna, S. Giorgio e Lusigliè hanno organizzato un pomeriggio di festeggiamenti per accogliere la...
Gli Animatori hanno donato ai bambini un santino raffigurante Papa Leone XIV
RIVAROLO CANAVESE - La Festa di chiusura del Catechismo, momento di fede, amicizia, gioia condivisa - Pomeriggio di giochi, allegria e spiritualità, vissuto in un clima di grande partecipazione e collaborazione tra tutte le realtà oratoriane - S.Messa celebrata da Don Antonio Luca Parisi
Il tema scelto per l’occasione è stato “L’Impero romano”, che ha ispirato le varie prove -
(francesco paolo torta) – Sabato 17 maggio l’Oratorio San Michele di Rivarolo Canavese ha...
I principi ispiratori dell'Istituto: Servizio, serietà, competenza, umanità -
CASTELLAMONTE - "Il frutto che il Signore ci chiede di portare, rimanendo il Lui, è la bontà" - Il Vescovo Daniele presiede la Liturgia nella Festa di Santa Rita da Cascia offrendo un'omelia molto seguita e ricca di insegnamenti - IL VIDEO
Santa Messa concelebrata da da don Angelo Bianchi, don Angelo Bottali assistendo il diacono Giovanni Malandrino -
(giancarlo guidetti) – Nel pomeriggio di giovedì 22 maggio l’ Istituto Domenica Romana (che si occupa dell’ assistenza agli anziani) ha celebrato la festa in onore di Santa Rita da Cascia. Santa Rita, al secolo...
Presso il salone parrocchiale Don Salvetti, organizzato dalla Pro Loco
ROSONE DI LOCANA - La Resistenza, le sofferenze, il dolore, ma anche il coraggio delle popolazioni locali, viste "Con gli occhi di Florenc" - La memoria storica diventa docufilm - Serata che ha appassionato e intrecciato racconti e musica, con l'impegno di una brava Insegnante, la Prof. Sabrina Pecchenino -
Nell'80° della Liberazione, ripercorsi episodi significativi avvenuti nel 1944 in Canavese come l'incendio di Feletto, la strage alla stazione di Bosconero e il rastrellamento nazifascista a Bosconero.
Venerdì 16 maggio presso il salone don Salvetti a Rosone nel comune di Locana si è svolto un...
Un luogo dove si respira una santità forte, nella bellezza di gesti semplici
CHIVASSO E TORRAZZA PIEMONTE - Le Parrocchie del Santo Rosario e di S.Giacomo il Maggiore, con le rispettive Cappellanie, a Castelnuovo Don Bosco con Don Gianpiero Valerio e le Catechiste - Una bella occasione di preparazione per i bambini che si accosteranno alla Prima Comunione i 21 e 22 giugno prossimi -
Don Livio, salesiano per formazione e vocazione ha inoltre sottolineato la figura di “Mamma Margherita”
Domenica 1 giugno 2025 don Gianpiero Valerio e le catechiste delle comunità della Madonna del...
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Edizione 29 Maggio 2025
ANNO CV – N° 22 Devi eseguire l'accesso per visualizzare il resto del contenuto. Si prega Log...
Domenica 25 maggio 2025 resterà una data simbolica
CUCEGLIO diventa ufficialmente il “Paese della Fritüra Dusa” - Una giornata di festa per celebrare tradizione, identità e comunità
Tra i promotori dell’iniziativa, l’Assessore del Comune di Cuceglio, Mattia Baudino, che ha voluto sottolineare l’impegno personale profuso con passione
CUCEGLIO – Domenica 25 maggio 2025 resterà una data simbolica per il Comune di Cuceglio, che ha...
Nomine diocesane 2025
Ivrea, 4 giugno 2025
Ai fedeli della Diocesi di Ivrea
Carissimi fratelli e sorelle,
in questi primi tre mesi di ministero episcopale nella Diocesi di Ivrea ho avuto modo di conoscere tante realtà parrocchiali, tanti oratori e luoghi in cui la vitalità della nostra Diocesi si esprime con grande naturalezza. Ho visitato le scuole cattoliche, le case di riposo, gli ospedali, il carcere, le comunità religiose, le fraternità; conosciuto realtà associative, anche quelle che spontaneamente hanno preso vita dai carismi o dalle sane passioni di coloro che appartengono al nostro territorio. Ho ammirato le bellezze naturali che rendono questa Diocesi così ricca di doni e di peculiarità e ci permettono di contemplarla nel suo “avvicinarci” all’immensità del Creatore. Sono rimasto colpito dalla vitalità della nostra gente e dall’entusiasmo fresco, sincero e sereno dei nostri giovani e dei nostri bambini. Mi ero dato questo tempo per conoscere e capire, ascoltare e riflettere. Molti sono i volti e le realtà ancora da incontrare ma è il momento di avviare una nuova fase che definirei di ascolto, programmazione e formazione. Per farlo è necessario lavorare inizialmente su quell’ambito “strutturale” che è la Curia diocesana, per poi dare vita a quegli organismi di partecipazione che trasversalmente ci aiuteranno a camminare come un unico Corpo animato dai diversi doni dello Spirito (cfr. 1Cor 12). Nel chiedere a ciascuno la disponibilità alle diverse tipologie di servizio ho considerato (come in altre occasioni ho avuto modo di dire) i corrispondenti frutti che osservavo fra voi, le esigenze che via via verificavo nella vita diocesana, le istanze provenienti dalla Chiesa italiana e universale. Le seguenti nomine avranno decorrenza dall’11 giugno p.v.
Ecco quanto è emerso da questa prima fase di discernimento:
Can. Luca Meinardi: Vicario generale, Moderatore di Curia, Direttore centro Diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, Membro della Commissio ad Ordines
Mons. Gianmario Cuffia: Cancelliere
Dott. Paolo Chiabotti: Direttore Ufficio Amministrativo, Vice Cancelliere
Can. Davide Smiderle: Direttore dell’Ufficio Patrimonio, Rettore del Seminario Diocesano, Legale rappresentante del Seminario Diocesano, Membro della Commissio ad Ordines
Mons. Silvio Faga: Delegato episcopale per il Diaconato Permanente e la Formazione Permanente del Clero, Membro della Commissio ad Ordines
Padre Andrea Plichero c.o.: Delegato episcopale per la Vita Consacrata e per l’Ordo Virginum, Direttore dell’Ufficio Scuola e dell’Insegnamento della Religione Cattolica
Padre Riccardo Bigi c.o.: Direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano
Don Valerio D’Amico: Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano
Don Davide Rossetto: Direttore del Servizio di Pastorale Giovanile e Vocazionale, Membro della Commissio ad Ordines, Referente Diocesano per la Casa Alpina “Gino Pistoni”
Sig.ri Coniugi Andrea Camerlo e Isabella Moretto: Direttori dell’Ufficio di Pastorale familiare
Mons. Giovanni Battista Giovanino: Direttore Archivio Storico Diocesano
Arch. Alessandro Gastaldo Brac: Direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali ecclesiastici
Sig.ra Nella Pasqualina Falletti: Direttore Ufficio Cultura
Dott. Carlo Maria Zorzi: Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali
Don Matteo Somà: Direttore Centro Missionario per la Cooperazione tra le Chiese
Diacono Fiorenzo Bianco: Direttore Caritas Diocesana
Diacono Marco Florio: Direttore Ufficio per la Pastorale della Salute
Dott. Eugenio Boux: Vice Direttore Ufficio per la Pastorale della Salute
Sig.ra Antonella Rolla: Direttore Ufficio Migranti
Sig. Marco Cornelio: Responsabile Ufficio Tecnico Diocesano
Don Marco Marchiando: Direttore Ufficio Diocesano per i Pellegrinaggi e il Tempo libero
Avv. Elio Gugliemino: Referente Diocesano per il Servizio di Tutela dei minori e delle persone vulnerabili
Suor Serena Munari f.m.f: Responsabile Centro d’Ascolto Diocesano per la Tutela dei Minori e delle Persone Vulnerabili
Come si vede ho ritenuto opportuno dare spazio a due nuovi servizi: l’Ufficio Patrimonio e il Centro d’ Ascolto Diocesano per la Tutela dei minori e delle persone vulnerabili. L’Ufficio Patrimonio avrà il compito di monitorare, ottimizzare e finalizzare lo stato degli immobili della Diocesi e degli Enti ad essa collegati, il Centro d’Ascolto per i minori e le persone vulnerabili potrà offrire un primo contatto e aiuto a chi è vittima di abusi.
Una coppia avrà la responsabilità dell’Ufficio di Pastorale familiare perché chi ha ricevuto la vocazione al matrimonio e alla famiglia possa condividere “il tesoro trovato nel campo” (cfr. Mt 13) con chi è ancora in ricerca o ha bisogno di aiuto per custodirlo.
Come già segnalato per l’Ufficio per la Pastorale della Salute, anche gli Uffici per la Catechesi e la Liturgia avranno a breve un vicedirettore il cui compito sarà di curare la formazione dei laici anche nel caso specifico dei ministeri istituiti e – per l’Ufficio catechistico – di coordinare il cammino dei catecumeni.
Attendiamo inoltre ancora un poco, prima di dare un nuovo direttore all’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro.
Per tutti vale l’aver riconosciuto dei carismi che già animano la comunità civile ed ecclesiale della Diocesi, nonché la necessità di dar spazio alla molteplicità delle vocazioni e delle appartenenze.
L’Assunta, e i Santi Patroni della Diocesi, custodiscano il nostro bisogno di voler stare sempre “dietro”al “Figlio del Dio vivente”(cfr. Mt 16).
Vi benedico
+ Daniele Salera
Vescovo di Ivrea
CANAVESE – Al cinema nel weekend
Cuorgnè, Cinema Margherita
Dal 6 al 9 giugno
LILO & STITCH
Orario: feriali 18.30-21.15; sabato 17-21.15; domenica 17.15
Sabato 7 e domenica 8 giugno
DAN DA DAN: EVIL EYE
Orario: 19
Domenica 8 giugno
DRAGON TRAINER
Orario: 10.30-15-21.15
Martedì 10 giugno
PORCO ROSSO
Orario: 21.15
Ivrea, Cinema Politeama
DOCUMENTARI SOTTO LE STELLE
Giovedì 5 giugno
BOSTIK – LA BODEGA DE DIOS
Giovedì 12 giugno
CORONA – LA MIA VITA FINCHÈ CAPITA
Orario: 18-21
Dal 6 al 9 giugno
LILO & STITCH
Orario: venerdì 21; sabato e lunedì 18.30-21; domenica 16-18.30-21
Valperga, Cinema Ambra
Sala 1 e Sala 2
Dal 5 al 9 giugno
KARATE KID LEGENDS
Orario: feriali 21; sabato 17-21.30; domenica 15-19.30
LILO & STITCH
Orario: feriali 21; sabato 19-21; domenica 17-21.30
Sabato 7 e domenica 8 giugno
MISSION: IMPOSSIBLE – THE FINAL RECKONING
Orario: sabato 17.30; domenica 21
Domenica 8 giugno
DRAGON TRAINER
Orario: 15.30-18.15
Sotto le foglie (di Graziella Cortese)
La Borgogna, nella Francia centro-orientale, è terra verde e fertile: i suoi vini sono celebri e pregiati e quando arriva l’autunno il sole compare ancora per riposarsi sui terrazzamenti delle colline.
Qui vive Michelle, gentile signora che, ormai in pensione, si occupa delle sue passioni: l’orto di casa, la raccolta dei funghi e, soprattutto, si dedica alle persone a cui vuole bene, principalmente il nipote Lucas, ragazzino che vive con la madre a Parigi, e poi la sua migliore amica Marie-Claude.
Ha invece un rapporto poco affettuoso con la figlia Valérie: quest’ultima è sempre rancorosa verso di lei e, quando litigano, non le permette di vedere l’amato nipotino. Quando avviene un incidente durante il pranzo, gli avvenimenti precipitano: Michelle ha cucinato un piatto di funghi che si rivelano tossici, e a farne le spese è proprio Valérie che accusa la madre di averla avvelenata e tentato di ucciderla.
Come se non bastasse, sopraggiunge il figlio dell’amica Marie-Claude, Vincent, che è appena uscito dal carcere (era stato arrestato per piccoli traffici loschi) e cerca, a suo modo, di rimettere le cose a posto. Ma tutto precipita, nel vero senso della parola, quando Vincent va a casa di Valérie, e mentre parlano e l’uomo tenta di ammorbidire i rapporti tesi con la madre, la giovane cade dal balcone di casa e muore.
La pellicola di François Ozon è stata definita un “polar”, secondo il neologismo francese, che unisce in campo cinematografico e letterario il poliziesco e il noir; in realtà il film ha diverse anime e scivola nell’aspetto noir e tenebroso solo in alcuni momenti (a tratti vi sono anche elementi horror). Il regista ha voluto sottolineare le difficoltà di rapporti familiari complicati e presenta un’analisi interessante sul senso di colpa nella società moderna francese. E alla fine: chi è veramente Michelle, quali segreti nasconde?
Sotto le foglie di François Ozon
paese: Francia 2024
genere: drammatico
interpreti: Hélène Vincent, Josiane Balasko,
Garlane Erlos, Ludivine Sagnier, Pierre Lottin
durata: 1 ora e 42 minuti
giudizio Cei: complesso, adatto per dibattiti
I giovani non sono “il futuro”: sono il presente! (di Lorenzo Iorfino)
Immagine tratta da Freepik.
Essere giovani oggi è un mestiere difficile. Non impossibile, ma spesso incompreso. Da dentro, adolescenza e giovinezza non somigliano affatto ai racconti rassicuranti che gli adulti fanno: “avete tutto”, “siete fortunati”, “basta volerlo”. Frasi che sembrano volerci spiegare, sistemare, pacificare. Ma chi ha detto che ci serva una soluzione pronta? Forse ci serve solo ascolto. Uno sguardo che non giudica, ma accompagna.
Il voto fuorisede, ad esempio. Quanti giovani sanno cos’è? Pochi. Secondo un’indagine del Ministero dell’Interno, circa il 2% degli studenti fuorisede voterà il prossimo referendum nel Comune dove studia. La nostra partecipazione alla vita pubblica viene trattata come una bandierina da sventolare quando serve e un banale optional quando non ci sono i riflettori. Come se la nostra voce contasse solo quando fa comodo, o solo nei sondaggi pre-elettorali.
Eppure così smarriti al mondo non siamo. Anzi. Al contrario di molti adulti, vittime delle proprie inebrianti comfort-zone, noi abbiamo fame. Fame di senso e di cose vere. Cerchiamo qualcosa per cui valga la pena vivere — un amore, una causa, una vocazione. Solo che spesso questa ricerca viene pseudo-soddisfatta da valori ready made, da una morale fai-da-te, da “licet” spalmati come marmellata sul burro. Senza accorgerci che, come quelle che si vogliono rifiutare, anche questa è un’ideologia. E come ogni ideologia, finisce per frenare e ingabbiare la ricerca più profonda. Per un’ideologia non vale la pena vivere. Ai nostri coetanei, spesso incastrati in questo sistema da adulti tendenziosi, questo sfugge. Così si finisce per rincorrere modelli che sembrano alternativi, ma sono solo stampi diversi dello stesso infecondo cliché.
Gaber avvisava i più grandi: “Non divulgate illusioni sociali, non gli riempite il futuro di vecchi ideali”. Lo cantava con rabbia, con lucidità. Noi oggi potremmo ripeterlo sottovoce, con lo stesso smarrimento. Perché il futuro è diventato un alibi. E infatti un adulto lungimirante, alla fine di un lavoro importante, mi ha detto una frase che non dimenticherò: “Chi dice che i giovani sono il futuro, se ne sta lavando le mani. I giovani sono il presente”.
Ed è vero. Se siamo il futuro, il problema non è ora. Se siamo il presente, invece, servono spazio, fiducia e strumenti: E servono oggi, non fra dieci anni.
Noi giovani non siamo da “salvare”. Siamo da coinvolgere. Ma per davvero.
L’agricoltura piemontese rendeva troppo poco (di Fabrizio Dassano)
Carlo Pittara (Torino, 1836 – Rivara Canavese, 1891) l’aratura, 1870 circa.
Nei decenni precedenti il Risorgimento, la statistica dell’agricoltura in Piemonte era caratterizzata dall’unico studio voluto da Carlo Emanuele III tra il 1750 e il 1755 che pur offrendo un quadro parziale perché il Ducato di Aosta non fece pervenire notizie, risultò di grande efficacia per gli studi successivi. In realtà per la Valle d’Aosta i tributi dei coltivi valdostani, fin dal 1712, denunciavano 37.240 ettari coltivati sui 329.840 ettari componenti l’intero territorio valdostano.
Boschi, pascoli e gerbidi erano la maggioranza. Sommando con i dati del Piemonte, l’agricoltura del regno sardo di terraferma (esclusa la Savoia, la Sardegna, la Contea di Nizza e la Liguria) era formata dal 27,58% da campi coltivati, dallo 0,98% dalle risaie, dal 6,94% dagli alteni (coltura della vite alta promiscua con altre colture tra i filari), dalle vigne con il 6,95%. Il 13,49% era costituito da prati, il 4,56% erano catagneti, il 15,26% dai boschi e il 24,24% dai gerbidi.
Nell’allora Provincia di Ivrea che si estendeva per 266.741 giornate, pari a circa 101.361 ettari, (1 giornata piemontese = 0,38 ettari, di media) i campi coltivati erano di 42.961 giornate, gli alteni di 18.867 e solamente 7.376 giornate di viti pure. I verdi prati canavesani superavano l’estensione di 37.000 giornate e le castagne da cui si traeva sostentamento erano estese su oltre 16.000 giornate e su 41.468 vi erano i boschi. Oltre 100.000 le giornate “infruttifere” costituite da pascoli, gerbidi e porzioni di terreno non disponibili.
Il patrimonio zootecnico del Piemonte vedeva sempre nella provincia di Ivrea 2374 buoi, 1.141 vacche da giogo, ben 16.839 vacche da latte e 1.510 manzi. Gli ovini e caprini erano 29.745 capi, 804 i muli, 2.103 gli asini e 530 i cavalli sui 15.218 censiti.
Ma il problema dell’agricoltura piemontese era la resa: se i terreni migliori davano 6 volte (1:6) il quantitativo di sementi, in molte altre zone, come nel torinese, si stentava a raggiungere le 5 volte. Misure prese da Arthur Young nel viaggio-studio del 1787 in Francia e in Piemonte, il fondatore inglese della moderna statistica agricola che denunciò l’arretratezza piemontese. Paragonando le rese piemontesi con quelle inglesi, queste ultime rendevano circa il doppio.
Tenendo come base il frumento si otteneva in Inghilterra 1:11 e anche 1:12. Le rese unitarie del frumento erano basse e variegate: nella provincia di Ivrea si ottenevano 1,81 ettolitri per ettaro, mentre nell’adiacente di Biella si raggiungevano appena 0,54 ettolitri, contro i 5,49 di Asti.
La meliga bianca a Ivrea aveva una resa di 4,23 ettolitri contro i 4,49 di Biella. L’avena rendeva 0,11 nel Biellese, 0,23 nell’Eporediese e appena lo 0,003 nella Provincia di Casale Monferrato. Il riso rendeva 3,97 ettolitri per ettaro nel Biellese, 7,55 nel Vercellese con la punta di 8,84 nel Novarese, le uniche tre provincie in cui c’era la coltura del riso.
Young scriveva nel tragitto da Cigliano a Vercelli: “Le risaie lasciate in abbandono dal quarto anno della rotazione senza lavoro né ingrasso; gerbidi dove grufolano i maiali, le terre a granoturco piene d’erbacce alte due o tre piedi. Triste paese noioso e malsano: il cadavere di un ladro appeso ad un albero è in armonia coll’aspetto cupo e pestilenziale di questa regione piatta e boschiva.”
La situazione della rete irrigua frammentaria e inesistente in parti del Piemonte, determinava una grande varietà di resa per i fieni che ben raramente potevano dare tre tagli all’anno. Ivrea e Acqui rappresentavano le migliore rese del Piemonte per la presenza e la gestione irrigua dell’acqua.
L’agricoltura (e la viticoltura in particolare), conobbe accelerazioni dovute alle ricadute della rivoluzione francese prima e alla politica di Napoleone poi. Molte notizie tecniche giunsero da Francia e Germania e tra il 1805 e il 1809 fiorirono istituzioni scientifiche e varie organizzazioni tecnico-agrarie che supportarono gli agricoltori.
Dopo la spinta “francese” ci pensò Cavour che nel 1840 volle Louis Oudart, matematico ed appassionato viticoltore ed enologo francese a curare il vitigno del castello di Grinzane. Fu così che quel tecnico venne chiamato anche dalla marchesa di Barolo e così fecero altri nobili piemontesi e liguri.
La seconda rivoluzione della viticoltura marciò di pari passo con il Risorgimento e portò a grandi risultati in quantità e qualità malgrado i tre flagelli importati casualmente dagli Stati Uniti d’America: la crittogama o oidio, la fillossera e la peronospora. Molti contadini terrorizzati bruciavano addirittura i vitigni colpiti: Cavour corse allora ai ripari nell’estate del 1851 quando un certo cavalier Abbene inviò al Ministero dell’Agricoltura di Torino un grappolo colpito dall’oidio raccolto in una vigna tra Trofarello e Moncalieri.
Cavour investì del problema l’Accademia di Agricoltura di Torino, diramò circolari in tutto il regno per controllare altri focolai e indicare eventuali rimedi adottati. Il Biellese fu la zona più drammaticamente colpita e si arrivò nel l859 alla II Guerra d’Indipendenza: le avanguardie austriache avevano appena abbandonato Biella e vi giunse Giuseppe Garibaldi con i suoi “Cacciatori delle Alpi” e andò ad installarsi in casa del vescovo Giovanni Pietro Losana, il quale, bisogna ricordare, era cresciuto ed ispirato dalla figura dello zio paterno, Giorgio Matteo parroco di Lombriasco e già professore di teologia all’Università di Torino che era stato incarcerato nella fortezza di Verrua come “giacobino” e poi come giansenista negli anni dell’occupazione napoleonica.
A parte le vicende politiche si era dato con passione all’istruzione dei contadini alle nuove tecniche agricole. Il nipote non fu da meno. Discutendo con Garibaldi del problema delle viti, ottenne la confidenza di utilizzare lo zolfo, rimedio scoperto in Inghilterra dal 1846. Così fece nella sua vigna a Cossato, con ottimi risultati.
Fu proprio l’autorità del vescovo Losana a convincere i superstiziosi contadini della bontà del trattamento e così lo zolfo iniziò a utilizzarsi nel Biellese e nel Canavese, poi nel resto del Piemonte, ma con lentezza: ci vollero infatti 10 anni perché il rimedio fosse adottato capillarmente.
Arthur Young (1741-1820)Mons. Pietro Losana, Vescovo di BiellaGaribaldi a Biella (1849)
