Ha animato la Liturgia la Corale che riunisce tutte le cantorie
CUCEGLIO - Il Vescovo Mons. Daniele Salera conclude il Mese Mariano al Santuario della Beata Vergine Addolorata - Numerosa presenza di popolo anche per il pellegrinaggio che ha preso le mosse dalla chiesa di Madonna delle Grazie a Cascine Cuffia - VIDEO E GALLERY
Hanno concelebrato Don Luca Meinardi, Don Massimiliano Marco ed il "cucegliese Doc" Don Valerio D'Amico
(f.c.) – Vasta partecipazione di popolo per la Celebrazione che ha chiuso il Mese Mariano...
Gallery fotografica di Gabriele Bisco ed Elena Damigi
MAZZE', TONENGO, VILLAREGGIA / VICARIA CALUSIESE - Santa Rita ha ancora tanto da dire anche alle donne ed agli uomini d'oggi - Riuscito mosaico di iniziative devozionali comunitarie e intensa condivisione spirituale per le Parrocchie guidate da Don Alberto Carlevato -
Martina Leggero di Villareggia ha preparato questa bellissima poesia - preghiera in onore della Santa
(A.C.) – Santa Rita da Cascia: un modello sempre valido e proponibile anche ai giorni...
Nel 35.mo anniversario dall'apertura della Casa di Sant'Anna Boschi
CASTELLAMONTE - La Comunità Cenacolo fondata da Suor Elivira Petrozzi festeggia i 35 anni di presenza e servizio in Canavese con il Vescovo di Ivrea, Mons. Daniele Salera - VIDEO E GALLERY
Il Pastore della Chiesa eporediese e canavesana accolto da numerosi Sacerdoti con Padre Stefano Ragno
(giancarlo guidetti) – Uno splendido pomeriggio di sole ha accompagnato a Sant’Anna Boschi di Castellamonte,i festeggiamenti per il 35.mo anniversario di presenza su questo territorio della Comunità Cenacolo Fraternità...
Sabato 17 maggio, giornata illuminata da una luce speciale
AGLIE', CUCEGLIO, SAN GIORGIO, OZEGNA E LUSIGLIE' - Accolta la reliquia del Beato Carlo Acutis con una grande festa al Santuario di Madonna del Bosco - Giornata di riflessione, preghiera, divertimento, nel segno di una santità che parla ai giovani -
Insieme bambini e ragazzi hanno giocato, ballato e partecipato ai laboratori proposti, per conoscere ed approfondire la vita ed i miracoli di questo giovane beato.
(donatella novaria) – Sabato 17 maggio al Santuario della Madonna del Bosco di Ozegna le parrocchie di Agliè, Cuceglio, Ozegna, S. Giorgio e Lusigliè hanno organizzato un pomeriggio di festeggiamenti per accogliere la...
Gli Animatori hanno donato ai bambini un santino raffigurante Papa Leone XIV
RIVAROLO CANAVESE - La Festa di chiusura del Catechismo, momento di fede, amicizia, gioia condivisa - Pomeriggio di giochi, allegria e spiritualità, vissuto in un clima di grande partecipazione e collaborazione tra tutte le realtà oratoriane - S.Messa celebrata da Don Antonio Luca Parisi
Il tema scelto per l’occasione è stato “L’Impero romano”, che ha ispirato le varie prove -
(francesco paolo torta) – Sabato 17 maggio l’Oratorio San Michele di Rivarolo Canavese ha...
I principi ispiratori dell'Istituto: Servizio, serietà, competenza, umanità -
CASTELLAMONTE - "Il frutto che il Signore ci chiede di portare, rimanendo il Lui, è la bontà" - Il Vescovo Daniele presiede la Liturgia nella Festa di Santa Rita da Cascia offrendo un'omelia molto seguita e ricca di insegnamenti - IL VIDEO
Santa Messa concelebrata da da don Angelo Bianchi, don Angelo Bottali assistendo il diacono Giovanni Malandrino -
(giancarlo guidetti) – Nel pomeriggio di giovedì 22 maggio l’ Istituto Domenica Romana (che si occupa dell’ assistenza agli anziani) ha celebrato la festa in onore di Santa Rita da Cascia. Santa Rita, al secolo...
Presso il salone parrocchiale Don Salvetti, organizzato dalla Pro Loco
ROSONE DI LOCANA - La Resistenza, le sofferenze, il dolore, ma anche il coraggio delle popolazioni locali, viste "Con gli occhi di Florenc" - La memoria storica diventa docufilm - Serata che ha appassionato e intrecciato racconti e musica, con l'impegno di una brava Insegnante, la Prof. Sabrina Pecchenino -
Nell'80° della Liberazione, ripercorsi episodi significativi avvenuti nel 1944 in Canavese come l'incendio di Feletto, la strage alla stazione di Bosconero e il rastrellamento nazifascista a Bosconero.
Venerdì 16 maggio presso il salone don Salvetti a Rosone nel comune di Locana si è svolto un...
Un luogo dove si respira una santità forte, nella bellezza di gesti semplici
CHIVASSO E TORRAZZA PIEMONTE - Le Parrocchie del Santo Rosario e di S.Giacomo il Maggiore, con le rispettive Cappellanie, a Castelnuovo Don Bosco con Don Gianpiero Valerio e le Catechiste - Una bella occasione di preparazione per i bambini che si accosteranno alla Prima Comunione i 21 e 22 giugno prossimi -
Don Livio, salesiano per formazione e vocazione ha inoltre sottolineato la figura di “Mamma Margherita”
Domenica 1 giugno 2025 don Gianpiero Valerio e le catechiste delle comunità della Madonna del...
LETTERA DI UNA PROFESSORESSA – Non rinunciate mai ad essere voi stessi
Carissimi ragazzi, è giunto il tempo dei saluti. Avete ormai capito che le parole per me hanno un...
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All’Italia serve maggior coraggio nei rapporti con Trump e sulla crisi umanitaria di Gaza
Le convulsioni di Trump sui dazi e la politica estera mettono in difficoltà la politica italiana,...
Nomine diocesane 2025
Ivrea, 4 giugno 2025
Ai fedeli della Diocesi di Ivrea
Carissimi fratelli e sorelle,
in questi primi tre mesi di ministero episcopale nella Diocesi di Ivrea ho avuto modo di conoscere tante realtà parrocchiali, tanti oratori e luoghi in cui la vitalità della nostra Diocesi si esprime con grande naturalezza. Ho visitato le scuole cattoliche, le case di riposo, gli ospedali, il carcere, le comunità religiose, le fraternità; conosciuto realtà associative, anche quelle che spontaneamente hanno preso vita dai carismi o dalle sane passioni di coloro che appartengono al nostro territorio. Ho ammirato le bellezze naturali che rendono questa Diocesi così ricca di doni e di peculiarità e ci permettono di contemplarla nel suo “avvicinarci” all’immensità del Creatore. Sono rimasto colpito dalla vitalità della nostra gente e dall’entusiasmo fresco, sincero e sereno dei nostri giovani e dei nostri bambini. Mi ero dato questo tempo per conoscere e capire, ascoltare e riflettere. Molti sono i volti e le realtà ancora da incontrare ma è il momento di avviare una nuova fase che definirei di ascolto, programmazione e formazione. Per farlo è necessario lavorare inizialmente su quell’ambito “strutturale” che è la Curia diocesana, per poi dare vita a quegli organismi di partecipazione che trasversalmente ci aiuteranno a camminare come un unico Corpo animato dai diversi doni dello Spirito (cfr. 1Cor 12). Nel chiedere a ciascuno la disponibilità alle diverse tipologie di servizio ho considerato (come in altre occasioni ho avuto modo di dire) i corrispondenti frutti che osservavo fra voi, le esigenze che via via verificavo nella vita diocesana, le istanze provenienti dalla Chiesa italiana e universale. Le seguenti nomine avranno decorrenza dall’11 giugno p.v.
Ecco quanto è emerso da questa prima fase di discernimento:
Can. Luca Meinardi: Vicario generale, Moderatore di Curia, Direttore centro Diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, Membro della Commissio ad Ordines
Mons. Gianmario Cuffia: Cancelliere
Dott. Paolo Chiabotti: Direttore Ufficio Amministrativo, Vice Cancelliere
Can. Davide Smiderle: Direttore dell’Ufficio Patrimonio, Rettore del Seminario Diocesano, Legale rappresentante del Seminario Diocesano, Membro della Commissio ad Ordines
Mons. Silvio Faga: Delegato episcopale per il Diaconato Permanente e la Formazione Permanente del Clero, Membro della Commissio ad Ordines
Padre Andrea Plichero c.o.: Delegato episcopale per la Vita Consacrata e per l’Ordo Virginum, Direttore dell’Ufficio Scuola e dell’Insegnamento della Religione Cattolica
Padre Riccardo Bigi c.o.: Direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano
Don Valerio D’Amico: Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano
Don Davide Rossetto: Direttore del Servizio di Pastorale Giovanile e Vocazionale, Membro della Commissio ad Ordines, Referente Diocesano per la Casa Alpina “Gino Pistoni”
Sig.ri Coniugi Andrea Camerlo e Isabella Moretto: Direttori dell’Ufficio di Pastorale familiare
Mons. Giovanni Battista Giovanino: Direttore Archivio Storico Diocesano
Arch. Alessandro Gastaldo Brac: Direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali ecclesiastici
Sig.ra Nella Pasqualina Falletti: Direttore Ufficio Cultura
Dott. Carlo Maria Zorzi: Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali
Don Matteo Somà: Direttore Centro Missionario per la Cooperazione tra le Chiese
Diacono Fiorenzo Bianco: Direttore Caritas Diocesana
Diacono Marco Florio: Direttore Ufficio per la Pastorale della Salute
Dott. Eugenio Boux: Vice Direttore Ufficio per la Pastorale della Salute
Sig.ra Antonella Rolla: Direttore Ufficio Migranti
Sig. Marco Cornelio: Responsabile Ufficio Tecnico Diocesano
Don Marco Marchiando: Direttore Ufficio Diocesano per i Pellegrinaggi e il Tempo libero
Avv. Elio Gugliemino: Referente Diocesano per il Servizio di Tutela dei minori e delle persone vulnerabili
Suor Serena Munari f.m.f: Responsabile Centro d’Ascolto Diocesano per la Tutela dei Minori e delle Persone Vulnerabili
Come si vede ho ritenuto opportuno dare spazio a due nuovi servizi: l’Ufficio Patrimonio e il Centro d’ Ascolto Diocesano per la Tutela dei minori e delle persone vulnerabili. L’Ufficio Patrimonio avrà il compito di monitorare, ottimizzare e finalizzare lo stato degli immobili della Diocesi e degli Enti ad essa collegati, il Centro d’Ascolto per i minori e le persone vulnerabili potrà offrire un primo contatto e aiuto a chi è vittima di abusi.
Una coppia avrà la responsabilità dell’Ufficio di Pastorale familiare perché chi ha ricevuto la vocazione al matrimonio e alla famiglia possa condividere “il tesoro trovato nel campo” (cfr. Mt 13) con chi è ancora in ricerca o ha bisogno di aiuto per custodirlo.
Come già segnalato per l’Ufficio per la Pastorale della Salute, anche gli Uffici per la Catechesi e la Liturgia avranno a breve un vicedirettore il cui compito sarà di curare la formazione dei laici anche nel caso specifico dei ministeri istituiti e – per l’Ufficio catechistico – di coordinare il cammino dei catecumeni.
Attendiamo inoltre ancora un poco, prima di dare un nuovo direttore all’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro.
Per tutti vale l’aver riconosciuto dei carismi che già animano la comunità civile ed ecclesiale della Diocesi, nonché la necessità di dar spazio alla molteplicità delle vocazioni e delle appartenenze.
L’Assunta, e i Santi Patroni della Diocesi, custodiscano il nostro bisogno di voler stare sempre “dietro”al “Figlio del Dio vivente”(cfr. Mt 16).
Vi benedico
+ Daniele Salera
Vescovo di Ivrea
LETTERA DI UNA PROFESSORESSA – Non rinunciate mai ad essere voi stessi
Carissimi ragazzi,
è giunto il tempo dei saluti.
Avete ormai capito che le parole per me hanno un “peso” ed un “senso”.
Apparentemente “espansiva”, sono sempre “parca” di parole e “consigli”, ma “vicina” e partecipe”.
Le caratteristiche sono “innate” e a volte, “scelte”.
Ho deciso di “esserci” ma non di “apparire” e credo lo abbiate compreso bene…
Ora però il cuore mi suggerisce il saluto, quello che arriva dopo 5 anni…
Ci siamo conosciuti in un periodo davvero “difficile”, voi al primo anno… ed io con voi… eppure non ci siamo arresi, ci siamo “stati”, in presenza ed “a distanza”, in quel vivere l’ incertezza, abbiamo camminato, ci siamo avvicinati, magari con più “fatica” perché eravamo dietro ad uno schermo: ma non abbiamo mai rinunciato a guardarci, a parlare.
Siamo riusciti a “sostare” nell’ incertezza, insieme, e ne siamo usciti più “forti”.
Sono stati anni di impegno, di studio intenso, di fatica, di saluti e sorrisi, di incoraggiamenti e ricerche, di scoperta, di conoscenza reciproca…
E ci siamo “ trovati” in presenza, più desiderosi che mai di conoscere e comprendere, di “leggere” il mondo e le cose con “spirito critico”, alla luce di quei valori di cui il cristianesimo è portatore, di confrontarli con il mondo, con i sistemi di significato, con le idee di ciascuno , sempre con rispetto e con la “luce” della Libertà di tutti.
Abbiamo cercato di vivere insieme nel modo più sereno possibile, imparando a vicenda, raccontando e raccontandoci, provando a comprenderci ed a comprendere: qualche volta ci siamo riusciti, altre abbiamo fatto più fatica, ma ci abbiamo messo tutta la nostra buona volontà, il nostro Impegno e in fondo siamo stati felici.
Abbiamo “camminato” davvero molto (compresi i viaggi di istruzione).
Ora ci salutiamo: le vostre “ali” sono pronte, in grado di volare e sfidare ogni corrente gravitazionale, ogni tempesta, ogni brezza ed ogni bonaccia … vi saluto e lo faccio con la certezza e la speranza che ogni esperienza, ogni parola, ogni momento rimanga con voi, sarà parte di voi, così come lo sarà di me.
Nomi e volti… dicono gli insegnanti li dimenticano…
No, vi assicuro ricordo tutti i miei studenti (e sono 38 anni di insegnamento e tutti li porto “con me”).
Ogni passo è una conquista, ogni orma ci dice che abbiamo viaggiato, che continueremo a farlo e non saremo mai soli.
Di voi ricorderò sicuramente i volti, i sorrisi, gli occhi, le incertezze, le domande, le insicurezze e la gioia, il timore, l’ entusiasmo, i viaggi insieme e … ogni cosa sarà noi.
Non come nostalgia , ma come esperienza , come memoria , come ricordi.
Spero che abbiate compreso quello che ho cercato di aiutarvi a sperimentare: seguite sempre le vostre passioni, con coerenza, lealtà ed onestà.
Fatevi sempre “prossimi” con quelli che incontrerete, perché il vostro sguardo si posi sempre con limpidezza sulla vita .
Non rinunciate mai ad essere voi stessi.
Siate sempre padroni del vostro senso critico, e non abdicate mai ai valori importanti.
Non scegliete mai la via più semplice solo perché è facile; camminate, sbagliate, ritornate sui vostri passi, usate il discernimento, proseguite e la vostra strada sarà aperta, immensa, luminosa.
Siete capaci di camminare da soli a testa alta, perché tutti lo sapete fare.
Siate curiosi di quella curiosità che è interesse, ricerca, impegno per migliorare , di quella Curiosità che fa scoprire il bello, il vero , il bene in tutto e in tutti… e quando bene non è , sappiate riconoscerlo .
Affrontate l’ esame con serenità e ricordate qualsiasi valutazione raggiungerete voi siete anche altro rispetto al “voto”.
Non dimenticatelo mai.
Ricordate la lezione dell’ “elogio del fallimento”: siamo umani, sbagliamo, ci rialziamo e continuiamo… ed impariamo, sempre.
Non siamo i nostri errori, siamo la nostra bellezza.
Lo avete capito… non vi cercherò (ormai ci siamo abituati alla “presenza silenziosa”) ma sarò sempre “qui” e ci sarò “sempre” per ciascuno di voi.
Vi abbraccio con affetto.
PAROLA DI DIO – “Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio”
Dagli Atti degli Apostoli
At 2,1-11
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
Dal Sal 103 (104)
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature. R.
Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. R.
Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore. R.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 8,8-17
Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.
E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
SEQUENZA
Veni, Sancte Spíritus,
et emítte caélitus
lucis tuae rádium.
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Veni, pater páuperum,
veni, dator múnerum,
veni, lumen córdium.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolátor óptime,
dulcis hospes ánimae,
dulce refrigérium.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
In labóre réquies,
in aestu tempéries,
in fletu solácium.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O lux beatíssima,
reple cordis íntima
tuórum fidélium.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Sine tuo númine,
nihil est in hómine,
nihil est innóxium.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava quod est sórdidum,
riga quod est áridum,
sana quod est sáucium.
Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.
Flecte quod est rígidum,
fove quod est frígidum,
rege quod est dévium.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Da tuis fidélibus,
in te confidéntibus,
sacrum septenárium.
Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Da virtútis méritum,
da salútis éxitum,
da perénne gáudium.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,15-16.23b-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
Riuniti in uno stesso luogo, con Maria… e giunge lo Spirito (prima lettura).
Già a Nazareth, in una casa, lo Spirito ha visitato Maria, e l’ Incarnazione ha fatto la storia, ora, quello stesso Spirito, in un’altra casa.
Un Dio fatto uomo per mezzo dello Spirito, una Chiesa costruita dallo Spirito.
Maria e gli Apostoli “riempiti” dello Spirito di Dio.
Lo Spirito “riempie” la casa e la vita delle persone di quella casa.
Riunite.
In preghiera.
Lo Spirito Santo nell’uomo, non solo “in mezzo” agli uomini.
Spirito di Dio, Amore di Dio, vita di Dio: amore tra Padre e Figlio, tra Figlio e Padre, Amore che non ha misura, che è reciprocità, infinito, e che “scende”, “riempie”, con il suo Amore luoghi e persone.
Amore Infinito e donato.
Amore che ci fa “nascere” e “vivere”.
Il “ritorno a Gerusalemme” degli Apostoli e l’attesa dello Spirito promesso da Gesù, trova compimento.
Ritorno ed attesa, a Gerusalemme, nel luogo della croce, della sofferenza, della “fuga”, del cenacolo, del nascimento…
Attesa nella preghiera…
Insieme.
E la preghiera è comunione.
E nella comunione giunge lo Spirito.
E’ comunione nello Spirito e dello Spirito.
Spirito che è comunione di Amore, che mi fa comprendere l’Amore.
Quell’amore reciproco ed infinito che mi fa comprendete il “sacrificio d’Amore per Amore”.
Pentecoste… 50 giorni, di attesa e di “istruzione”.
Pentecoste, la festa delle messi e dei raccolti, della gioia della legge, quella festa di Shavuot che si celebra sette settimane dopo Pasqua, quel “compimento” (7×7) che diventa presenza viva di Cristo.
E mentre il giorno si “compie” (giunge al termine), “si compie” anche la promessa”.
Si “compie” ed “inizia”.
L’uomo diventa “tempio” di quell’Amore senza fine (perché se “finisce” non è Amore).
E’ lo Spirito dei Figli, dei fratelli. Spirito che è Vita, comunione, chiesa.
In quella “stanza” al primo piano, la stanza della cena, la stanza dove “si trovavano”, la stanza della partenza, la stanza dalle “porte chiuse”, la stanza del Risorto…c’è Dio e c’è la Chiesa.
La stanza della comunità e della comunione.
E in quella “stanza” al primo piano, c’è il “tempo” oltre il “luogo”.
Il tempo di Dio, della preghiera, della comunità, dell’ascolto, della comunione, dello Spirito.
E’ il tempo che si “riempie” della presenza di Dio, che diventa “suono che irrompe”, suono e Parola, che diventa “fuoco”, che diventa ascolto e testimonianza.
Il “tempo” della Chiesa che ascolta la Parola di Dio che è “riempita” e illuminata dal suo Amore, attraverso lo Spirito che genera, che “riempie” perché sia “generata” e diventi “testimonianza”.
Lo Spirito che diventa capacità di discernere, che diventa quotidianità di vita, che diventa storia e parola e testimonianza.
“Un suono come d’irrompente forte soffio e riempì l’intera casa dove erano seduti, e furono viste da loro lingue come di fuoco che si dividevano…”: La “voce” di Gesù, di quelle Parole, di quelle Promesse, di quell’Amore sulla croce.
Lingue insieme ma su ciascuno: divisi, ma uniti.
Comunione nella “differenza” e nella “diversità”, ma “uniti in Cristo”.
La “diversità” che non “divide”, ma che è convergente in Cristo, fonte di unità.
Lo Spirito dell’uguale dignità dei credenti.
Lo Spirito nell’Amore e la “differenza” nell’Amore.
La Chiesa, quell’ekklesia, quell’assemblea (qahal) che diventa comunità.
E in quell’Amore, la “comprensione” per ogni lingua.
Solo l’Amore è la lingua comprensibile. La lingua dello Spirito.
Generati dallo Spirito diventiamo “comprensibili”, diventiamo “generatori” di amore.
La “meraviglia” della comprensione, la meraviglia di Dio.
Lo Spirito nella Chiesa che crea la nuova umanità.
Storia dei “cieli nuovi e terra nuova”, storia degli uomini che “respirano Dio”.
Ma lo Spirito non può essere “imprigionato” nelle parole, lo Spirito “passa” i muri, le porte, le case, le lingue, le parole… ma diventa Parola, nelle parole dei pescatori, nelle parole dei pubblicani, nelle parole di quegli apostoli ormai comprensibili da tutti perché “ebbri”, pieni di Spirito.
Non lo “spirito” che fa innalzare il tasso alcolemico, lo Spirito che rende “piena la terra” (Salmo).
Lo Spirito che soffia, che pervade, che fa risuonare le voci.
La Pentecoste è il compimento di tutto il disegno di Dio: il Regno di Dio in noi, in mezzo a noi.
Dalla ferita dell’Amore nasce l’uomo e riceve lo Spirito.
Lo Spirito che ci fa amare.
Lo Spirito che fa comprendere.
Lo Spirito che crea “comprensione” nella “diversità”: I “parlanti” nello Spirito d’Amore.
Lo Spirito che da “discepoli seduti” rende “discepoli annunciatori”.
Da discepoli che sanno ascoltare, a discepoli che sanno annunciare.
Lo Spirito che “trabocca”, esce dalla bocca in parola e testimonianza.
Spirito che ci rende “voce” della Parola di Dio.
Spirito che crea “comunità”.
Scomodo le leggi della fisica, per le mie micro-nozioni, sicuramente imperfette, che posso ricordare (la forza centripeta è diretta dalla periferia al centro ed esercitata dal vincolo sul corpo che si muove di moto rotatorio, mentre la forza centrifuga è diretta dal centro alla periferia); credo che la “forza dello Spirito” possa “agire” nella comunità quasi come quelle leggi fisiche: quando la comunità è radunata nel nome di Cristo, la forza centripeta crea comunione, fraternità, e quando nel suo nome di Cristo è “mandata” a tutti i popoli, agisce come forza centrifuga.
E dunque lo Spirito agisce nella “dimensione comunitaria che diventa missionaria”.
Siamo “chiamati” nello Spirito, a vivere insieme, nel mondo e per il mondo, portando la Parola.
E la Chiesa ha tradotto l’esperienza dello Spirito nella bellissima preghiera dell’arcivescovo di Magonza, Rabano Mauro ( fine dell’VIII e prima metà del IX secolo) che recita così:
Veni, creator Spiritus, / mentes tuorum visita, / imple superna gratia / quae tu creasti pectora.
Qui diceris Paraclitus, / donum Dei altissimi, / fons vivus, ignis, / caritas et spiritalis unctio.
Tu semptiformis munere, / dextrae Dei tu digitus, /tu rite promissum Patris / sermone ditans guttura. Accende lumen sensibus, / infunde amorem cordibus, / infirma nostri corporis / virtute firmans perpeti. Hostem repellas longius / pacemque dones protinus; / ductore sic te praevio / vitemus omne noxium. Per te sciamus da Patrem, / noscamus atque Filium, / te utriusque Spiritum / credamus omni tempore.
Una “teologia orante” della Chiesa e quei primi verbi, risuonano nella Chiesa: “Vieni, visita, riempi”.
Le azioni dello Spirito nella Chiesa, vivificano e donano Grazia su Grazia. Grazia sempre rinnovata.
Lo Spirito Santo, presentato con il suo nome: dall’ ebraico ruach’, che intreccia nel suo significato il vento e il respiro: la forza e la tenerezza di Dio in azione.
E allora, come Chiesa, dalla Grazia dello Spirito Santo traiamo la fonte e l’audacia del coraggio, per essere annunciatori non “timidi”, ma “vigorosi”, per essere figli non deboli, ma forti, per essere “inquieti” annunciatori oltre il “tiepidume”, per portare il “vento di speranza” della Risurrezione di Cristo.
Perché Gesù ha detto: “Non vi lascerò orfani: verrò da voi…perché io vivo e voi vivrete” (Gv14,18. 19b) (Vangelo).
La “pienezza” dello Spirito nella vita del cristiano. Pienezza nella vita in Cristo.
Pienezza che ci fa “risorgere” con Lui.
Il “soffio” di vita nella vita del cristiano.
L’ “anticipo” della Risurrezione.
Il “soffio” della tenerezza che trasforma, che fortifica, che rende “vivente”(Genesi); il conforto della presenza che non abbandona.
Il “soffio vitale” sempre e per sempre.
L’Amore che non lascia “orfani”.
Il “maestro” che continuerà a ricordare le Parole.
La Parola.
Letta, ascoltata, riletta, “ruminata”, meditata, compresa… alla luce della Risurrezione.
Parola viva “illuminata” dallo Spirito.
Lo Spirito “vicino” (Paraclito), lo Spirito che non “lascia soli”.
Lo Spirito “prossimo”, che accoglie e dona, che arricchisce e vivifica.
Lo Spirito che fa superare ogni paura, che dimora.
Lo Spirito che fa incontrare l’Amore.
Lo Spirito che dona la pace e la gioia.
Lo Spirito che insegna ad amare “oltre la legge”.
Con quei verbi usati dall’evangelista Giovanni al futuro: per un’ Amore eterno, senza fine.
Non orfani, ma con la pienezza viva dell’ Amore.
Festa di Pentecoste – Commento al Vangelo di domenica 8 giugno (di don Renzo Gamerro)
Foto tratta da Pixabay
“Mentre stava compiendosi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo, il cenacolo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero lingue come di fuoco, che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”.
Così racconta Luca nel Libro degli Atti. Gli undici rimasti erano insieme con Maria e le donne, quando irruppe su loro lo Spirito Santo: apparve in lingue di fuoco, come un cespuglio che s’arroventa e arde.
Un inizio nuovo di vita divina e umana che comunica con parole e linguaggi diversificati, come diversi e numerosi erano, in quel giorno, gli abitanti a Gerusalemme: Ebrei, Parti, Medi, Romani, Greci, Persiani e Cretesi e Arabi.
Lingue di fuoco e parole entrano nella lingua dell’altro e di altri. Ed ecco le parole del Risorto: “Se uno mi ama, osserva la mia parola, il Padre mio lo amerà e verremo a Lui e prenderemo dimora presso di Lui”.
Così quel giorno inizia la “chiesa-assemblea” di fratelli riuniti nel Signore, abilitata a diffondere la Parola, allora, come oggi, pervasa di Spirito Santo, che, come campo, irrorata di sole e di rugiada, germoglia inusitati steli di vita, nella varietà di cultura e linguaggio. Proprio dalla parola e azione di Papa Francesco, e oggi di Leone XIV, siamo invitati a considerare la Chiesa come giardino di vita che ogni giorno si rinnova, anche quando essa ci appare come “ospedale da campo”.
Occorre osservare, discernere, comprendere e amare, con compassione, “conservando la dolce e confortante gioia di evangelizzare, anche quando occorre seminare nelle lacrime” (EG, 80).
E lo Spirito irrompe in ogni dove come quel giorno, e ne vediamo i segni ovunque; l’ultimo conclave, celebrazioni sacramenti e sacramentali, cresime, consacrazioni diaconali e sacerdotali, professioni religiose, soccorsi a situazioni di povertà, malattia e bisogno.
Proprio in questi giorni lo Spirito irrompe con chiamate e azioni di pace in Ucraina, a Gaza, soccorso dei miseri, manifestazioni nelle piazze di Israele perché si fermi la distruzione e si avviino delle serie trattative di pace che portino alla nascita di due Stati.
Noi credenti siamo “chiesa”, un sistema aperto, dove c’è spazio per la libertà, per pensieri nuovi, per nuove acquisizioni. Padre Giovanni Vannucci, profeta del secolo, invitava e invita “a non pensare pensieri già pensati da altri”. Ieri come oggi, siamo chiamati a “camminare nella verità” (2 Gv, 4). Noi credenti siamo “quelli della strada” (cfr. At. 9,2), attori di un progetto che fiorisce e matura. Siamo coloro, come dice Paolo, “che fanno la verità nell’amore” (Ef. 4,15), incamminati in un divenire e in una crescita.
“Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio e ha le tue vie nel suo cuore” (Salmo 84,6).
Quello che turba, sconcerta e atterrisce (di Cristina Terribili)
Foto tratta da Pixabay
L’omicidio di Martina Carbonaro, 14enne di Afragola, è stato un pugno allo stomaco per tutti. Non solo perché è un ennesimo femminicidio, non solo perché a commetterlo è stato il fidanzato reo confesso, non solo per la brutalità con cui è stato perpetrato e per l’occultamento del cadavere…
L’omicidio di Martina ci ha sconcertato perché lei aveva 14 anni ed il suo assassino 19. Ci ha sconvolto perché le loro famiglie hanno accettato una relazione amorosa “da adulti” iniziata tra una ragazzina che all’epoca aveva 12 anni e un ragazzo che ne aveva 17. Ci ha disorientato perché ci ha messo di fronte all’interrogativo di cosa è giusto fare o non fare a quell’età. Ci ha turbato perché ci ha messo di fronte all’evidenza che se autorizziamo tutto, se permettiamo di superare quei limiti relativi al rispetto dello sviluppo di ogni essere umano, emotivo, psicologico e sessuale – o che ci offrono anche solo le leggi, quelle scritte dagli uomini, quelle che ci indicano che una persona di 12 anni non è capace di intendere e di volere – beh, forse quel diciannovenne si può sentire autorizzato e legittimato, di fronte ad un rifiuto, di fare quello che ha fatto.
L’omicidio di Martina ci atterrisce perché ci rendiamo conto che abbiamo perso ancora una volta un’occasione per evitare che un giovane uomo, di fronte ad un rifiuto, commetta un atto violento, arrivando ad uccidere e ad infierire su un corpo perché non riesce a sostenere una frustrazione. Quella frustrazione che il mondo degli adulti non si vuole assumere, che fa sentire genitori o educatori malvoluti se rimandano al rispetto di poche ed essenziali regole, quella frustrazione che fa emergere conflitti. Se nessuno è più capace di attendere, e se l’attesa rende aggressivi perché non padroni di quello che il proprio egocentrismo comanda, forse la lotta contro ogni femminicidio e a favore dell’impegno educativo, è già persa in partenza.
Dire un no, far accettare un tempo “giusto”, far comprendere che ci sono delle pulsioni che hanno bisogno di tempi, luoghi e maturità per essere vissute, è una responsabilità che dobbiamo ritrovare. È normale invaghirsi, innamorarsi, ma è essenziale saper attendere l’altro, rispettare i suoi tempi, la sua crescita. Non servono proibizionismi, divieti apodittici e acritici, se la morte di Martina deve avere un significato, che lo abbia nell’opportunità che ogni adulto dotato di senso di responsabilità possa dialogare, interrogarsi ed interrogare, chiarirsi e chiarire sul valore della vita e sul rispetto di questa; sul senso dell’attesa e sull’adeguatezza dei tempi e dei modi.
