Tenuta Roletto
Risvegliopopolare.it
Reale mutua

martedì 21 Maggio 2024

Il Pastore della Chiesa eporediese e canavesana ha affidato il ministero dei novelli Sacerdoti alla materna e sicura protezione della Beata Vergine Maria - 

IVREA - Padre Alessandro Codeluppi C.O. e Don Matteo Maria Bessone, Sacerdoti - Sabato in Cattedrale tanta gente ha voluto partecipare alla Liturgia di Ordinazione, presieduta dal Vescovo Mons. Edoardo Aldo Cerrato - Una sintesi della S.Messa nel VIDEO e nella GALLERY di 120 immagini - 

“Siate preti secondo il Cuore di Cristo” -

(elisa moro) – “Siate preti secondo il Cuore di Cristo”: questo l’augurio che Mons. Edoardo Cerrato ha rivolto ai due novelli sacerdoti, Don Matteo Maria Bessone e Padre Alessandro Codeluppi C.O., ordinati sabato mattina...

S.Messa presieduta da P. Alessandro Codeluppi C.O. che nell'omelia ha illustrato un affascinante passo del Profeta Ezechiele

RIVAROLO CANAVESE - Bella festa di chiusura dell'anno catechistico - Più di 150 ragazzi hanno festeggiato un anno di impegno e condivisione, che ha visto al lavoro 22 classi di Catechismo con 230 allievi - Il grazie al lavoro dei Volontari, degli Animatori e Catechisti - E ora ci si prepara a 5 settimane di Oratorio estivo e 2 di vacanza in montagna -

Unanime apprezzamento per l'opera del Vice Parroco, Don Antonio Luca Parisi, che indirizza e coordina questa importante ed impegnativa opera pastorale - 

Per una grande opera pastorale, ci voleva proprio una grande festa. La conclusione delle attività...

I dati che dicono di sinistri anche mortali sui luoghi di lavoro nel nostro Paese sono ancora oggi impressionanti - Giusto e doveroso cercare di sensibilizzare e formare i giovani alla prevenzione

SAN BENIGNO / CNOS-FAP - Sicurezza, prevenzione e contrasto dei rischi sui luoghi di lavoro: meglio se si incomincia ad impararli sui banchi di Scuola - Iniziativa innovativa del Centro di Formazione Professionale salesiana, che ha "messo in cattedra" i Tecnici dello Spresal dell'Asl To-4 - 

L’intervento dei Tecnici di vigilanza non è stato episodico, ma ha rappresentato la conclusione del progetto "Futuri Lavoratori Consapevoli" -

La prevenzione ed il contrasto dei rischi sui luoghi di lavoro si fa soprattutto con la...

Pur parlando alla Madre, non distogliamo lo sguardo dal Figlio.

AVE MARIA - Catechesi del Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo A. Cerrato - Maria è la “benedetta fra tutte le donne” perché è la madre dell’Uomo-Dio Salvatore.

C’è Lui, infatti, al centro dell’Ave Maria, evocato dalle parole di Elisabetta: ”Benedetto il frutto del tuo seno…”.

Nella preghiera dell’Ave Maria, sulla quale il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, ci invita a riflettere nelle catechesi di queste settimane, pur parlando alla Madre, non distogliamo lo sguardo dal Figlio. C’è Lui,...

Aiuta, o Madre, la nostra fede! Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata.

LUNGO IL MESE DI MAGGIO / 6 - Maria Madre della Chiesa - Memoria istituita da Papa Francesco, richiama ad una verità essenziale della Fede - "Quella che consacra e conforma più un’anima a Nostro Signore è la devozione a Maria, sua santa Madre" -

Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei momenti di tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare.

(elisabetta acide) – Proseguiamo qualche riflessione nello scorrere del mese mariano, per...

Anche un'ambulanza crivellata di colpi di arma da fuoco può essere testimone di Pace

OZEGNA - Non lasciamoli soli - Si ferma in Canavese il mezzo di soccorso che dall'Ucraina arriva per farci toccare con mano gli orrori di una guerra che non risparmia nessuno, nemmeno i bambini - La comunità si riunisce in preghiera con il Parroco, Don Luca Meinardi: preghiamo il Signore affinchè non ci permetta di assuefarci al male della guerra -Il messaggio di Mons. Roberto Farinella

C'è tempo fino a fine maggio per partecipare alla raccolta di generi di soccorso e prima necessità da inviare nei luoghi del conflitto

(giancarlo guidetti da Ozegna) –  Momenti di grande commozione ai piedi delle mura dell’ antico ricetto di Ozegna. Proveniente da Kharkiv (Ucraina) dopo aver attraversato mezza Europa e dopo essere già stata esposta...

DA IVREA A ROMA PER IL "PELLEGRINAGGIO DELLE SETTE CHIESE" - Momenti di intensa spiritualità ed anche di comunione gioiosa, per un'esperienza di fede lungo le strade della Capitale - Pellegrini guidati da Padre Samuele Menini C.O. e Padre Alessandro Codeluppi C.O.

A conclusione, due famose citazioni di San Filippo Neri “Paradiso, Paradiso, preferisco il Paradiso” e “Scrupoli e malinconia lontano da casa mia”: siano da guida a non essere troppo ancorati alla terra, ma a pensare di più alle gioie del Cielo.

(alice bretto) – Nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 maggio un piccolo gruppo di pellegrini...

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Nel video il Sovvenire Day, ossia l'importanza di sostenere tutti insieme la missione della nostra Chiesa attraverso l'8xmille, celebrato a Vercelli nei giorni scorsi e nel quale sono riportati anche dati e
statistiche della nostra diocesi di Ivrea.

Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo -

PAROLA DI DIO  - Letture dalla Liturgia nella Solennità dell'Ascensione - «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra» - Commento a cura della Prof. Elisabetta Acide

Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio

At 1, 1-11 Dagli Atti degli Apostoli Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello...

Accompagnati dalla Prof. Alessandra Ruocco - 

SAN BENIGNO / CNOS-FAP - Appuntamento con i luoghi manzoniani a Milano - Giornata dedicata alla Cultura, alla scoperta dell'Autore de "I promessi sposi" e del suo mondo - 

I ragazzi frequentano i Corsi per diventare Tecnico di Cucina e Tecnico per l'Automazione Industriale. 

Venerdì 9 maggio gli allievi del quarto anno dei due corsi tenuti dal CnosFap di San Benigno...

DIETRO LO SCHERMO di GRAZIELLA CORTESE

Vita da gatto

Il grande regista Stanley Kubrick amava molto gli animali e in particolar modo i gatti: arrivò ad...

DA IVREA A VEROLENGO – Primo pellegrinaggio da Monte Stella alla Madonnina

Se il buongiorno si vede dal mattino, si può proprio dire che il Pellegrinaggio dal Santuario di Monte Stella in Ivrea, a quello della Madonnina a Verolengo, toccando altresì quello si Santa Maria della Rovere a Realizio
Leggi cliccando qui gli articoli precedenti
sarà un Pellegrinaggio che… farà strada.
Assai significativa (come abbiamo accennato nei precedenti articoli) la presenza del Vescovo, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, alla partenza, per dimostrare la propria vicinanza ai partecipanti, impartendo la benedizione e condividendo momenti di preghiera.
Un’iniziativa che pare destinata a consolidarsi nel tempo, accogliendo sempre più persone desiderose di mettersi in cammino.
Assumiamo proprio quest’idea (il cammino intrapreso), per entrare subito in… media res, dal saluto di Don Valerio D’Amico, Parroco di Verolengo e Borgo Revel ed ideatore, insieme all’Arch. Alberto Barbero, di questa opera di rilievo pastorale.
Indirizzo di saluto che, insieme ad altri momenti (centrale, sempre, quello dell’omelia, dettata nella S.Messa della Pentecoste) di questa giornata, offriamo nel video che con grande piacere abbiamo messo a repertorio perché resti patrimonio disponibile nel tempo ed a tutti.
Allora: le parole.
Don Valerio ha accennato, di passaggio, alla preparazione dell’Oratorio estivo parrocchiale, che è in corso con Animatori, Catechisti e Volontari.
Le giornate dei ragazzi seguiranno il filo conduttore, fondamentale da un punto di vista pastorale, proprio del pellegrinaggio, seguendo l’idea guida suggerita da sette “parole chiave”.
La prima di queste parole è “decidere”.
Decidere per Dio, decidere di mettersi in cammino – che, interpretiamo liberamente – significa anche assumersi la responsabilità di rispondere ad una chiamata.
Allora, questa quarantina di persone che vivono la fede in modo responsabile, ma anche gioioso, con il gusto di condividere esperienze, stare insieme e insieme fare Chiesa e comunità, hanno dato un esempio destinato a produrre ulteriori frutti.
Ma dei programmi futuri avremo presto occasione di riparlare.
Oggi merita dire di questa Chiesa che percorre 43 chilometri a piedi (ci si permetterà di celiare: Chiesa più … in uscita di così è difficile immaginare), scontando anche, verso la meta, qualche problema di “bolle” ai piedi, per “riconnettersi” a Maria e con Lei stare insieme, come in quel remoto Cenacolo in attesa dello Spirito Santo, secondo un itinerario che è concreto e simbolico ad un tempo.
Itinerario che tocca tre Santuari Mariani e percorre la Diocesi, quasi a dire che nel segno e nel nome di Maria, nella sua “compagnia” si arriva a Suo Figlio Gesù.
***
Le immagini che corredano questa pagina indugiano su alcune bellezze delle Chiese che nel tragitto si sono toccate e, in particolare, riprendono scorci significativi del compendio del Santuario della Madonnina.
Ci è sempre parsa particolarmente edificante l’idea di dedicare un “angolo” (ma si potrebbe dire di un posto d’onore) alla figura di un Sacerdote santo quale fu Don Bernardo Ponzetto.
Vero apostolo dei diseredati.
Luminoso esempio di Sacerdote, capace di illustrare una verità: ogni vocazione, maschile o femminile, è un dono prezioso di Dio.
E, dalla sua biografia, ci piace trarre un pensiero che sempre ritorna quando si viene a sapere di una persona Consacrata che, come Don Ponzetto, ha conseguito la laurea in Fisica.
Il giovane studioso aveva, infatti, seguito con successo quel difficile corso di studi, e pare bello pensare a questo giovane che, conoscendo ormai tutto della materia, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, proprio in virtù della propria “scienza”, non certo “nonostante” la propria scienza, avesse compreso in modo chiaro che la materia non può bastare a se stessa.
***
Come si può vedere anche dalle nostre fotografie, i volti dei pellegrini sono sorridenti, anche se affaticati.
C’è chi ha percorso tutta la distanza, appunto 43 chilometri, da Monte Stella a Verolengo (un numero impressionante di passi, come dicono le app di contapassi oramai su tutti gli smartphone); come sempre in queste occasioni si chiede chi sia il più giovane: è la quattordicenne Giulia; davvero brava.
Non si può dire di pellegrini “anziani” nel senso proprio del termine, ma fa piacere contarne due, classe 1956.
Ora vi lasciamo con il video e la gallery.

FESTIVAL GENI ORGANISTI DEL XIX SECOLO – II EDIZIONE – Quarto appuntamento – Concerto di chiusura

Giunge al termine con il quarto e ultimo appuntamento il festival musicale “Geni organisti del XIX secolo” (seconda edizione), promosso dall’Associazione Organistica Del Canavese – ETS (AODC) con l’intento di omaggiare i numerosi esponenti della letteratura ottocentesca italiana in ambito organistico, coreutico e strumentale, nonché di valorizzare i pregevoli organi storici presenti in Canavese e sul territorio limitrofo.
Il concerto di chiusura, previsto per venerdì 24 maggio alle ore 21 presso la chiesa parrocchiale di Pavone Canavese, avrà come protagonisti il M° Marco Ruggeri all’organo e il M° Lina Uinskyte al violino, artisti di grande fama nel panorama musicale italiano e non solo.
In programma composizioni di autori italiani del diciannovesimo secolo, sia per organo solo che per violino e organo.
La serata si aprirà infatti con il “Ripieno” per organo (Andante-Allegretto) di Amilcare Ponchielli, a cui faranno seguito le Variazioni per organo e violino “su un tema di Donizetti” di Vincenzo Petrali, il poema sinfonico-risorgimentale “Le sanguinose giornate di marzo, ossia la Rivoluzione di Milano” di Padre Davide da Bergamo, per organo solo, e in conclusione il sontuoso Concerto “Militare” in Sol n. 5 op. 42 per violino e organo (Allegro maestoso, Preghiera, Allegro vivace) di Antonio Bazzini.
Protagonista sarà il grande organo Felice Bossi del 1856, recentemente restaurato, giunto ai nostri tempi pressoché integro, conservando la quasi totalità delle caratteristiche costruttive e sonore originali.
Tra i numerosi strumenti dell’epoca presenti in Canavese, si tratta sicuramente di uno dei più rappresentativi di un secolo, quello dell’Ottocento, in cui l’organo in Italia assunse le connotazioni di un vero e proprio strumento da concerto, oltre che tradizionalmente liturgico: sotto la forte influenza della musica operistica in voga in quegli anni, gli organi nelle chiese italiane vennero infatti dotati di registri, colori e accessori volti a imitare l’orchestra e la banda, con un unico esecutore, l’organista per l’appunto, capace di comandare queste complesse macchine sonore.
Il Duo Uinskyte – Ruggeri, costituitosi nel 2012, è tra i più affermati duo organo-violino italiani per l’intensa attività concertistica e per la specificità delle proposte.
Il repertorio spazia dal Barocco al Novecento, sia con brani originali, sia trascrizioni inedite dal pianoforte e dall’orchestra, con particolare interesse alla riscoperta dell’Otto e Novecento italiano.
Il Duo ha inoltre prodotto diverse registrazioni discografiche per etichette quali Elegia, Fugatto e Brilliant, ottenendo importanti riconoscimenti di critica, tra cui “5 stelle” per “Le quattro Stagioni” (Radio Classica) e per “The Lingiardi orchestra-organ… for a violin” (Amadeus).
Il Duo ha partecipato anche a numerose rassegne internazionali in Italia, Svizzera, Francia e Spagna.
Lina Uinskyte, nata a Vilnius (Lituania), dove si è diplomata alla Scuola d’Arte “M. K. Ciurlionis”, ha in seguito studiato all’Istituto Internazionale di musica “S. Cecilia” a Portogruaro, proseguendo la formazione a Zurigo, Bruxelles e Rotterdam.
Dopo aver debuttato come solista con orchestra a Bruxelles nel 2001, svolge un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero.
Ha inoltre partecipato alla Stagione di musica contemporanea del Teatro “La Fenice” di Venezia e all’esposizione “Milano Musica”, in collaborazione con il Teatro alla Scala.
È attualmente docente di violino presso il Conservatorio di Darfo (Brescia).
Marco Ruggeri, nato a Cremona, ha studiato ai Conservatori di Piacenza e Brescia, dove si è diplomato in organo, clavicembalo e direzione di coro, per poi perfezionarsi alla Schola Cantorum di Basilea.
Premiato in diversi concorsi e laureato con lode in Musicologia (Università di Pavia), ha al suo attivo numerosi articoli e pubblicazioni, fra cui l’edizione delle opere per organo di Ponchielli, il Catalogo del Fondo Musicale di Padre Davide da Bergamo e un apprezzato metodo per basso continuo (Ed. Ricordi).
È vice-organista della cattedrale di Cremona, ove ha eseguito l’opera omnia di J. S. Bach e D. Buxtehude.
È stato inoltre consulente della Direzione Regionale di Milano (2006-2012) e della diocesi di Cremona (1998-2021); attualmente è schedatore CEI-ICCD per la concessione dei contributi per i restauri degli organi.
È infine docente di organo e musica liturgica al Conservatorio di Darfo (Brescia) e alla Scuola Diocesana “S. Cecilia” di Brescia.
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Redazione Web
locandinaM° Marco Ruggeri e M° Lina Uinskyte

LUNGO IL MESE DI MAGGIO / 6 – Maria Madre della Chiesa

(elisabetta acide) – Proseguiamo qualche riflessione nello scorrere del mese mariano, per “raccontare” la devozione a Maria.
Scorrendo il calendario del mese di maggio troviamo alcune festività e ricorrenze del calendario liturgico che celebrano Maria (13 Maggio: Madonna di Fatima; 19 maggio Salus Infirmorum a Vercelli; 20 Maggio: Maria Santissima Mater Domini; 24 maggio Maria Aiuto dei Cristiani, 28 maggio Madonna della salve di Alessandria; 31 Maggio: Visitazione della Beata Vergine Maria solo per citarne alcune).
«La santa madre Chiesa considera suo dovere celebrare l’opera salvifica del suo sposo divino mediante una commemorazione sacra, in giorni determinati nel corso dell’anno. […] Nella celebrazione di questo ciclo annuale dei misteri di Cristo, la santa Chiesa venera con particolare amore la beata Maria, Madre di Dio, congiunta indissolubilmente con l’opera della salvezza del Figlio suo: in Maria ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione, ed in lei contempla con gioia, come in una immagine purissima, ciò che essa desidera e spera di essere nella sua interezza» (Sacrosanctum Concilium 102-103).
Parole della costituzione dogmatica sulla liturgia del Concilio Ecumenico Vaticano II, che ci indicano, dunque, la “presenza” di Maria, nell’avvicendarsi dell’anno liturgico.
Parole che trovano, nel corso della storia, già “azioni” alla madre del Redentore, dedicate come “devozione”.
Ricordiamo, oltre alle riflessioni già pubblicate
Risvegliopopolare.it – qui il link agli articoli precedenti, 
che il re di Castiglia, Alfonso X il Saggio già nel XIII secolo, associò la bellezza della Vergine Maria al mese di maggio in uno dei suoi poemi e il secolo dopo (XIV secolo) il domenicano Enrico Suso faceva adornare ogni 1 maggio, la statua di Maria, mentre a Roma a partire dal XVI secolo si dedicavano i 31 giorni del mese di maggio, a Maria Madre di Dio.
In questo mese si invitavano i bambini ad offrire a Maria fiori, simboli delle virtù cristiane “concentrate” in colei che era “piena di Grazia”.
Non dimentichiamo che proprio a Roma il nome di Maria compare vicino a quello di Gesù e di Pietro, nel muro G sotto l’altare della Basilica di S. Pietro in Vaticano in un’iscrizione databile terzo secolo. (R. Guardini, Maria nelle epigrafi paleocristiane).
Maria di Nazareth , dunque Madre di Gesù, che è  Madre di Dio e madre di ogni uomo.
Mi piace pensare che nelle raffigurazioni di molte opere d’arte, “vie di bellezza” (per citare Papa Francesco) di cui il nostro patrimonio artistico è abbondante, in quel Bambino in braccio alla madre, tutti noi ci riconosciamo, con quella tenerezza e quell’affetto speciale che solo una madre attenta e amorevole riserva per le sue creature.
Madre dunque di ogni cristiano, madre a cui con fiducia ognuno può ricorrere per giungere al Figlio, per essere abbracciato come ha fatto con il figlio, da quella mangiatoia alla croce, dalla nascita alla morte.
“Affidamento” come “consegna” fiduciosa che ci racconta di Maria Madre della Chiesa, istituita da Papa Francesco nel 2018, e che festeggeremo proprio in questo mese di maggio il lunedì dopo Pentecoste (per questo 2024 il giorno 20 maggio).
Papa san Paolo VI nel novembre del 1964, durante il Concilio Vaticano II, aveva definito Maria Mater Ecclesiae: Madre della Chiesa, quindi Madre di tutto il popolo cristiano: “tanto dei fedeli quanto dei Pastori, che la chiamano Madre amantissima” (Mater Ecclesiae 1965, 1, p. 5).
Dobbiamo l’introduzione nel Messale Romano nel 1975 come messa votiva per onorare la Beata Vergine Maria Madre della Chiesa e nel 1980 Papa san Giovanni Paolo II  inserisce il  titolo mariano Beata Vergine Maria Madre della Chiesa nelle Litanie Lauretane.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ha dedicato un paragrafo 964 intitolato “Maria – Madre di Cristo, Madre della Chiesa”, nel quale leggiamo: “Infatti la Vergine Maria […] è riconosciuta e onorata come la vera Madre di Dio e del Redentore. […] Insieme però […] è veramente “Madre delle membra” (di Cristo), […] perché ha cooperato con la sua carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa, i quali di quel Capo sono le membra».  «Maria, […] Madre di Cristo, Madre della Chiesa», nel quale appunto vengono riportate le parole di San Paolo VI, Discorso ai Padri Conciliari alla conclusione della terza Sessione del Concilio Ecumenico II (21 novembre 1964).
Non possiamo allora, non ricordare quelle parole pronunciate da Gesù sulla croce alla madre ed a Giovanni:“Donna, ecco tuo figlio!”. E poi: “Ecco tua madre!”( Gv 19,25).
Si tace sulla risposta di Maria, ma l’azione conseguente a quelle parole, ci conferma il suo “assenso”, ancora un altro Sì al Figlio, a Dio.
Un altro “Eccomi” che non si può negare a quel Figlio a cui è stato dato così tanto amore e che da quella Croce, con Amore, chiede ancora amore, perché l’amore del Figlio “penetra” l’amore della madre.
Sono molte le donne sotto la croce, di alcune conosciamo il nome, di altre la parentela, di altre solo il pianto e la nazionalità… ma lo sguardo è “rivolto” alla madre e al “discepolo che Egli amava”. Una narrazione che ha come “modello” Maria, modello di “discepolo”, modello di “affidamento”, modello della “testimonianza”, modello della “fede”. (Cfr. S.Em.Padre Raniero Cantalamessa “Maria, uno specchio per la Chiesa – 2018).
La “donna” che a Cana aveva detto “Fate quello che lui vi dirà” (Gv 2,5) ora è sotto la croce che ascolta, non parla, ma continua a “custodire le cose nel cuore”.
Il suo “custodire” diventa modello ed esempio, il suo “custodire” diventa maternità “allargata”.
Non sono solo le parole di un “testamento” di un figlio che lascia in “eredità” (ciò che non si merita ma che è “dovuto”), per essere custodito e curato.
Non sono solo le parole “preoccupate” e “umane” di un figlio che sa quanto sia difficile la vita in Oriente di una madre rimasta sola.
Sono le parole dell’ “Autorità”, dell’ “istituzione”: madre-modello per altri uomini, per altri “modelli”, per uomini e donne di tutti i tempi che faranno la Chiesa.
Affidamento e comunione di amore che devono continuare, che devono “costituire” il nucleo fondante e portante dei “modelli”, “generati” dal modello di donna – Madre che forma la comunità ecclesiale.
Chiesa viva, chiesa in cammino, chiesa che riceve lo Spirito Santo.
E in quel cenacolo c’è Maria, con il discepolo amato, ci sono i discepoli, ci sono coloro che diventano “consapevoli” della missione a loro affidata.
Madre della Chiesa: l’affidamento che sotto la croce è diventato “realtà” nella Chiesa, ci chiede di “affidarci” a Maria che ci porta a Cristo e di “affidarci” alla Chiesa.
Agostino aveva scritto meditando sulla maternità di Maria:
“Maria, corporalmente, è madre solo di Cristo, mentre spiritualmente, in quanto fa la volontà di Dio, gli è sorella e madre. Madre nello spirito, ella non lo fu del Capo che è lo stesso Salvatore, dal quale piuttosto spiritualmente è nata, ma lo è certamente delle membra che siamo noi, perché cooperò, con la sua carità, alla nascita nella Chiesa dei fedeli, che di quel Capo sono le membra”.
Uomini “nuovi” in Maria, “chiesa” nata dalla gloria della croce, nata dal “transito” della morte per la Risurrezione, madre di “tutta la Chiesa” e la Chiesa la “prende con sé”, come ha fatto il discepolo amato (eis ta ídia), la prende “a casa”, e Maria “ad Jesum per Mariam”, ci conduce a Gesù.
“Ora, essendo Maria la creatura più conforme a Gesù Cristo, ne segue che tra tutte le devozioni, quella che consacra e conforma più un’anima a Nostro Signore è la devozione a Maria, sua santa Madre, e che più un’anima sarà consacrata a lei, più sarà consacrata a Gesù Cristo”.
(Cfr. San L. M. Grignion da Monfort, “Il trattato della vera devozione a Maria”).
Lo Spirito Santo che è disceso su Maria ci “sospingerà” per mezzo di lei a Cristo.
La mediazione creata di Maria, tra noi e Gesù, ritrova tutta la sua validità, se compresa quale mezzo della mediazione dello Spirito Santo.
Prepariamoci alla celebrazione con le parole della Preghiera a Maria Madre della Chiesa e Madre della nostra fede dell’ enciclica Lumen Fidei del 29 giugno 2013 di  Papa Francesco:
Aiuta, o Madre, la nostra fede!
Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata.
Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la sua promessa.
Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede.
Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei momenti di tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare.
Semina nella nostra fede la gioia del Risorto.
Ricordaci che chi crede non è mai solo.
Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino. E che questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore!

RIVAROLO CANAVESE – Grande festa di chiusura dell’anno catechistico con più di 150 ragazzi

Per una grande opera pastorale, ci voleva proprio una grande festa.
La conclusione delle attività catechistiche parrocchiali.
Non che i numeri siano tutto, beninteso, ma è difficile prescindere da numeri così importanti: oltre 230 ragazzi (ripartiti in 22 classi) che per tutto l’anno (ogni giorno della settimana) sono impegnati con Animatori e Catechisti: studiano, si divertono, imparano a condividere e stare insieme.
Come abbiamo detto, un’ “opera” che produce frutti, apre la strada all’azione dello Spirito (vedremo poco oltre che proprio di questo si parlerà nell’omelia di Padre Alessandro Codeluppi C.O. nel corso della S.Messa nella vigilia di Pentecoste).
Opera che per tutto il corso dell’anno è guidata e indirizzata dal Vice Parroco, Don Antonio Luca Parisi, cui fa riferimento il vasto mondo del volontariato senza il quale – la giornata ha anche voluto dire un grande “grazie” proprio a loro – tutto questo non sarebbe possibile.
Dunque ieri, sabato 18 maggio, tutta questa grande realtà riunita (una partecipazione più che lusinghiera, di oltre 150 ragazzi) presso l’Oratorio parrocchiale di San Michele, per giochi, animazione, una gustosa merenda.
Con i più piccoli (dalla seconda alla quinta elementare) che si dedicano ai giochi ed i più grandi, delle scuole medie, che invece si cimentano con il lavoro di fotoreporter, alla scoperta degli scorci più interessanti della Rivarolo antica: decisamente, non possiamo che condividere di cuore, se è permesso un pensiero personale, questa sorta di “avviamento” ad un’attività sempre affascinante come quella di raccontare per immagini la vita ed il mondo che ci circondano.
Si tirano le somme di un anno impegnativo, vissuto insieme e, contemporaneamente, ci si prepara all’Oratorio estivo che di nuovo offrirà ai ragazzi bei momenti di vita in comune dal 17 giugno al 19 luglio, ben cinque settimane, oltre alle vacanze in montagna a Champorcher.
Iniziativa, quest’ultima, che vedrà cooperare numerose parrocchie: oltre quelle di Rivarolo Canavese, anche Verolengo e Borgo Revel, Chivasso, Agliè e San Giorgio.
Anche queste iniziative sono possibili grazie ai ragazzi animatori, ai volontari che donano il loro tempo: e certamente anche questo è un modo autentico e concreto di essere Chiesa.
***
Come abbiamo visto, la giornata ha posto naturalmente al centro, alfa e omega, la S.Messa nella vigilia di Pentecoste, liturgia presieduta da Padre Alessandro Codeluppi C.O., lo scorso 20 aprile ordinato Sacerdote.
Ha suscitato molta attenzione l’omelia idonea ad illustrare un brano forse non conosciutissimo dai più della Parola di Dio, come è quello tratto dal Profeta Ezechiele ( 37, 1-14 ):
Possiamo leggerlo integralmente cliccando qui .
Anche se a tutta prima può forse apparire – quello evocato da Ezechiele – come uno scenario a tinte fosche, in realtà l’immagine scelta dal Profeta sta proprio a significare un’idea opposta: è l’azione dello Spirito che “irrora” e pervade la materia, altrimenti morta in se stessa, rendendola viva.
Sicchè – al di là delle seduzioni del Mondo che sempre ci suggeriscono una nozione mendace della vita –  non siamo veramente vivi se non ci apriamo a Gesù che è la vita, la verità e la via.
E sempre la via sicura per giungere all’incontro con Gesù è la sua Madre.
***
Ci auguriamo di incontrare di nuovo e presto, per i nostri Lettori, questa bella realtà, nel corso dell’esperienza dell’Oratorio estivo, della vacanza in montagna.

PAROLA DI DIO – “Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito”.

At 2, 1-11
Dagli Atti degli Apostoli
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
Sal.103
RIT: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
  RIT: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.
  RIT: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.
  RIT: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Gal 5, 16-25
Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Gàlati
Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge.
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.
SEQUENZA
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
Gv 15, 26-27; 16, 12-15
Dal Vangelo secondo San Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
La collocazione storica è precisa: il giorno di quella festa giudaica (Shavuot letteralmente “settimane”, quindi “festa delle settimane”) che in alcuni ambienti dei sadducei veniva celebrata come “festa agricola” dell’alleanza del Sinai.
Il “cinquantesimo giorno” (pura matematica: 7×7 + 1, numero del “compimento”, “culmine delle settimane”, ăṣereth (aramaico ‛ăṣartā), usato nel senso di conclusione . 
Il numero 7 (sheva) indicava “pienezza”, “perfezione”, in Lv 23 si indica come “calcolare” il giorno di Pentecoste: 7×7 “numero della perfezione”), Penta (in greco lett. 5 Pentecoste (in greco (πεντηκοστή, sottinteso ἡμέρα, “cinquantesimo” sott. giorno) ) quindi, 50 giorni dopo… Festa “di città”; anche le piccole comunità si riunivano nella città principale, già dal mattino molto presto, e le parole precise: “Alzatevi, saliamo a Sion, saliamo a Dio” (Mishnà).
Dopo che cosa?
Dal giorno dopo lo Sahbbath (Pasqua tra il 14 e il 15 del mese Nisan) “conterete 7 settimane complete”.
Dopo quell’ “uscita”, dunque festa della mietitura, delle primizie, della gioia, dell’Alleanza.
Piano superiore del cenacolo, a Gerusalemme, durante il compimento della festa di Pentecoste, anno 30 d. C. forse verso le 9 del mattino.
“Lingue di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.” (prima lettura).
Lingue di fuoco per la lingua…
Fuoco per la Parola.
“Cominciarono a parlare altre lingue…ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa”: tutti comprendevano”. Il “dono dello Spirito”, la Parola.
La comunicazione umana avviene soprattutto attraverso il linguaggio verbale, ed è il linguaggio a fare la differenza, la consapevolezza che rende l’uomo grande e unico, gli fa riconoscere, di essere creatura di Qualcuno, che ha pensato a lui dall’eternità, che lo ha creato, con la Parola (‘dabar) a sua “immagine e somiglianza” (Gen 1,36) e che ora rende la Parola comprensibile agli altri.
All’uomo unico essere nell’universo, è data la capacità di incontrare e adorare il Senza-limiti e gli dona l’attesa dell’eternità, con la Parola, quelle “lingue di fuoco” che “sciolgono la lingua”.
Vento, respiro, fuoco …
I delfini fischiano, le api danzano, gli uccelli hanno note di richiamo… l’uomo parla ed ha un compito preciso: annunciare la Parola e lo fa con quel “dono dello Spirito” che è “partecipazione dell’Essere in sè creatore delle origini” ( CCC 34).
“Il potere di esprimersi”.
Lo Spirito che rende capaci di comprendere e di parlare, di “esprimersi” per essere comprese.
Gli apostoli sono “capaci di parola”, esattamente in opposto a quanto accadde a Babele, la “confusione” delle lingue e delle parole dell’uomo.
Lingua della verità e della testimonianza, come “fuoco” che brucia, che scalda, che rischiara…
Un Amore “infuocato” che scende in quel cenacolo.
Lingua dallo Spirito per uomini nuovi: non più “muti” per timore, non più “ammutoliti” dalla paura, ma “parlanti”, per tutti, perché tutti hanno bisogno di parole per dire la Parola, per raccontare la Vita, per “dire di Dio”, di Gesù morto e risorto, del Mistero ora “comprensibile” a tutti e per tutti.
“Parlare la stessa lingua”, la lingua del fuoco dello Spirito, allora è “dire di Dio” e far parte di una famiglia di “parlanti”, perché tutti possano comprendere, perché tutti possano essere raggiunti dall’annuncio.
 In quella “promessa” del giorno dell’Ascensione c’è il “dono” di Dio: “riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1,8).
La lingua per la testimonianza.
Non vi lascio soli.
Vi dono lo Spirito Santo che non abbandonerà, che vi consolerà che saprà infondervi forza e coraggio, che farà “camminare” insieme.  Spirito che ricchezza per l’uomo: 
“Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (seconda lettura)
Tutto questo?
Questo ed altro ancora…
Il “frutto” che aiuta a “cercare le cose di lassù” a partire da quaggiù. Spirito che è “caparra” per il futuro.
Lasciare spazio all’opera dello Spirito è “essere chiesa”, vivificata.
Lasciar spazio all’opera dello Spirito è essere testimoni di Gesù morto e Risorto, è manifestare l’opera dello Spirito e del dono di quella “lingua” che crea comunione con Cristo.
Vedere, contemplare, annunciare… come testimoni per mezzo dello Spirito.
Lo Spirito che ci ha reso “camminanti infuocati”, che ci ha reso “chiesa” in movimento.
In “movimento” grazie a quelle “lingue come di fuoco”, a quelle “fiamme” di “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”.
“Se mi amate… io manderò il Paraclito…” (Vangelo)
Dio che manda: mandante e mandato, amante e amato per renderci “missionari”.
“Manderò”… lo Spirito: Gesù sa che abbiamo ancora bisogno di Lui, di capire, di comprendere, di camminare…
Gesù sa che con le nostre arroganze di uomini, con le nostre limitatezze, con le nostre presunzioni, ancora abbiamo bisogno della “lingua” che ci aiuti a parlare ed a comprendere.
“Manderò”… e la condizione è quella di “Amare”.
Gesù che sa ciò di cui abbiamo bisogno.
Spirito Santo che ancora ci fa “cercatori” di Dio per poterlo annunciare e testimoniare.
Spirito Santo che ci dà quei doni che ci raccontano la “libertà” dei figli.
Spirito Santo che ci rende capaci non di fare “bei sogni”, ma di “sognare”, non da soli, ma il “sogno di Dio”, insieme come Chiesa.
“Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.
Spirito Santo che è Verità, che sosterrà nella testimonianza, che è dono di Gesù dal Padre.
Promessa mantenuta.
Gesù ha promesso.
Dio mantiene le promesse.
Dono di Amore, dono di Consolazione.
Il “Consolatore”, Colui che toglierà la sofferenza: Gesù ha preso su di sè il peccato e la sofferenza e lo Spirito sosterrà l’uomo nella ricerca della Verità e “darà testimonianza” di Lui.
L’Amore aprirà cuore e mente dell’uomo ed allora il mondo comprenderà.

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